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"All'Arcelor Mittal, che oggi incontreremo a Roma dopo la convocazione del governo, diremo che ha avuto in affitto l'Ilva dopo aver vinto una gara, e non può decidere ora di chiuderla dopo aver firmato accordi che prevedevano anche investimenti. Tra l'altro credo che non possa esserle neanche permesso". Lo ha detto il segretario generale della Cgil Maurizio Landini a Caserta, dove ha preso parte agli eventi organizzati per il trentesimo anniversario della morte di Jerry Masslo, e in vista del tavolo con il colosso dell’acciaio.
"Quando l'Arcelor prese in affitto l'Ilva, l'azienda stava bene - ha proseguito Landini - e oggi non possiamo accettare che se ne vada così. Discutiamo sui tempi ma non sul disimpegno da Taranto, così come da Genova e Alessandria. In questa vertenza non sono solo in discussione migliaia di posti di lavoro, ma anche un'idea di sistema industriale. Con l'acciaio si fa tutto".
Sulla vertenza, per Landini, pure il governo “deve superare qualche ritardo. E soprattutto, se si chiede ad Arcelor Mittal di rispettare gli accordi sottoscritti, anche l’esecutivo deve farlo". Il segretario generale della Cgil, ha poi parlato di "iniziative comuni da intraprendere” che si stanno “discutendo con Uil e Cisl”.
Landini ha infine commentato le posizioni assunte da Confindustria: "Dall'Ilva alla Whirlpool passando per la Jabil di Marcianise, c'è un problema di rispetto degli accordi sottoscritti con governo e parti sociali dai grandi gruppi, che puntualmente li violano. Far rispettare i patti significa garantire l'affidabilità tra le parti, altrimenti torniamo indietro. Mi rivolgo a Confindustria: non può difendere aziende, specie sue associate, che non rispettano gli accordi".