"Non intendiamo assuefarci ad un costume politico che ha reso pratica quotidiana l'insulto e il dileggio". Recita così un passaggio del documento che i rappresentanti dell'Anm nelle cerimonie di inaugurazione dell'anno giudiziario di sabato prossimo, quando i magistrati usciranno dall'aula al momento dell'intervento dei rappresentanti del ministero per protesta. Nel documento i magistrati si rivolgono direttamente al premier Berlusconi per dire: "Basta insulti e aggressioni".

"Ogni giorno - lamentano le toghe
- siamo costretti ad ascoltare invettive e aggressioni nei confronti dei magistrati. 'Cloaca', 'cancro', 'metastasi', 'disturbati mentali', 'plotoni di esecuzione' sono solo alcune delle espressioni utilizzate dal capo del governo e da esponenti politici di primo piano nei confronti della magistratura".

"I magistrati - sottolinea l'Anm - non sono parte di un conflitto e non sono contrapposti a nessuno. Per questo diciamo basta alle aggressioni". L'Anm punta l'indice anche contro "la 'campagna mediatica' condotta da taluni organi di stampa contro i magistrati", alimentata, dicono i magistrati, da "dati e informazioni false e che dipinge i magistrati come fannulloni strapagati, unici responsabili del dissesto del sistema giudiziario".

Per contrastarla l'Anm ha pubblicato e diffuso dati ufficiali del rapporto della Commissione europea (CEPEJ) che "smentiscono in maniera oggettiva queste menzogne". Tale rapporto sarà distribuito durante le cerimonie di sabato prossimo.

Nel documento l'Anm critica anche
alcune norme che il governo vuole introdurre, a partire dal cosidetto 'processo breve': "Già con la Legge ex Cirielli - scrivono le toghe - il numero di processi che si chiudono con la prescrizione è balzato alla impressionante cifra di 170.000 l'anno". Ma questo numero è destinato ad aumentare vorticosamente se dovesse passare il processo breve "che ridurrà il processo penale ad una tragica farsa e determinerà un rischioso disordine organizzativo con effetti pregiudizievoli sulla tutela dei diritti dei cittadini anche nel settore civile".

Altre le "vere riforme" che andrebbero fatte secondo l'associazione dei magistrati. Le toghe sollecitano la revisione delle circoscrizioni giudiziarie; la riforma delle procedure nel civile e nel penale, per togliere alla parte "che ha interesse al prolungamento del processo la possibilità di 'abusare' dei diritti per sottrarsi alle proprie responsabilità, l'informatizzazione dei processi, la depenalizzazione dei reati minori e la introduzione di pene alternative a lcarcere. Oltre a chidere investimenti sul personale amministrativo, sulla riqualificazione, sull'innovazione informatica; risorse e mezzi "adeguati alla gravita' della situazione".