"Il diritto alla salute in ogni ambiente lavorativo è uno degli obiettivi del sindacato". E' quanto afferma Ignazio Giudice, segretario generale della Cgil Caltanissetta, aggiungendo che "non può esistere donna o uomo più ambientalista del lavoratore impegnato nei ciclo produttivi industriali o di filiera. In questi giorni - prosegue il sindacalista - è riemersa con tutta la sua forza la volontà di una intera città, Gela, di rivendicare 'Verità e giustizia' su ciò che è stata ed è l'industria di Stato a Gela, sapendo che Eni, ormai da anni, grazie alle nostre rivendicazioni ha avviato la bonifica di ettari di terra. Ad oggi ci sono processi per l'ipotesi di disastro ambientale, vi è una rinnovata coscienza ambientale, vi è la consapevolezza che si può lavorare senza il rischio di ammalarsi e morire".

La Cgil, unitamente a Cisl e Uil, rivendica chiarezza anche dopo la trasmissione "Nemo" - ribadisce Giudice - "che ha visto un imprenditore/lavoratore indicare una specifica area dove lo stesso, tanti decenni trascorsi, avrebbe buttato materiale altamente inquinante in grado di compromettere la salute delle generazioni future. Non è il momento delle polemiche ma delle responsabilità e chi le ha deve farsi avanti - prosegue il segretario -, facendo nomi e cognomi di chi ha permesso che tutto ciò avvenisse".

Giudice invita quindi a "riaprire i termini del 'beneficio amianto', chiusi per legge il 15 giugno 2005. Oggi l'amianto è ancora in molte fabbriche di Stato dal sud al nord del Paese, la fase di incapsulamento avviene con la massima tutela prevista dalla legge in materia di sicurezza, ma siamo certi che in Italia riaprendo i termini per la presentazione della domanda andrebbero in pensione migliaia di lavoratori che l'amianto lo hanno respirato, manipolato e portato a casa attraverso i loro indumenti. Il diritto alla salute non può scontrarsi con il diritto al lavoro salubre, la politica ha il potere legislativo e se vuole può fare e non limitarsi all'annuncio", conclude il segretario della Cgil Caltanissetta.