Una forestazione moderna, gestita secondo criteri di impresa, sorretta da una pianificata programmazione, capace di generare sviluppo, risanamento del territorio e occupazione sulla montagna povera e fragile del Paese. E' questa l'idea centrale del "manifesto" che i sindacati agroalimentari di Cgil, Cisl  e Uil presenteranno al convegno nazionale organizzato il 9 luglio al teatro Capranica di Roma. Molti gli ospiti, interlocutori istituzionali e delle imprese che hanno assicurato la loro presenza; tra questi, il ministro per le politiche agricole Mario Catania, e i rappresentanti delle associazioni imprenditoriali agricole e cooperative. Tra gli oratori che parteciperanno al dibattito, Dario Stefàno della Conferenza Stato-Regioni ed Enrico Borghi dell'Anci. La relazione introduttiva, a nome dei tre sindacati, sarà svolta da Claudio Risso, responsabile nazionale Fai per le politiche di sviluppo, ambiente e forestazione. La presidenza e le conclusioni del convegno saranno affidate a Stefania Crogi e Stefano Mantegazza, rispettivamente segretari generali di Flai e Uila.

"Sarà l’occasione – spiegano Flai, Fai e Uila – per inaugurare e sostenere, dopo troppi anni di disattenzione, un rinnovato interesse della politica verso un sistema di attività e verso le sue risorse umane, spesso trascurate o considerate come un costo anziché, ad ogni effetto, un grande, inesplorato patrimonio che attende di essere messo in condizione di produrre sviluppo e ricchezza. Ciò  sarà possibile se Stato e Regioni si convinceranno dell'importanza di una programmazione e di una pianificazione imprenditoriale, utilizzando al meglio anche le risorse comunitarie, delle molteplici attività della filiera bosco, ambiente, turismo ed energie rinnovabili, in alternativa alle criticabili consuetudini assistenzialistiche e di pronto soccorso, per cui l'Italia spende ogni anno centinaia di milioni di euro per riparare i danni causati dalle alluvioni autunnali e dagli incendi estivi dei boschi".