Avevano annullato l'incontro già programmato per lo scorso 27 novembre con una semplice email, come a voler dimostrare che un colosso come Amazon non considera un granché la pratica del confronto con le rappresentanze del lavoro e non tiene molto a quelle che in gergo si definiscono "corrette relazioni sindacali". Poi però qualcosa deve essere cambiato, tanto è vero che il gigante dell'e-commerce è tornato sui suoi passi e ha accolto l'invito (più che altro un ultimatum) delle organizzazioni sindacali, convocando oggi, lunedì 11 dicembre (ore 16.30), Filcams Cgil, Fisascat Cisl e Uiltucs Uil di Piacenza per un confronto presso la Confcommercio della città emiliana, sede di un magazzino del gruppo che conta (considerando gli interinali) oltre 4.000 lavoratori. 

Un passo indietro? Un'apertura? Chiamatela come volete, fatto sta che per i sindacati non può che essere una buona notizia: “È una scelta che va nella giusta direzione, quella del dialogo e del confronto da noi auspicata – afferma Fiorenzo Molinari, segretario generale della Filcams Cgil di Piacenza –. Ora però servono risultati tangibili e concreti per i lavoratori di Amazon, in particolare nella riorganizzazione e nella rotazione dei turni e dei carichi di lavoro”. 

Sta qui, infatti, il fulcro delle rivendicazioni sindacali. “Amazon è paradossalmente un'azienda simbolo dell'innovazione tecnologica nella quale, però, una parte di lavoro è estremamente fisico e si vivono dinamiche simili a quelle che vivevano gli operai di Fiat negli anni 70”, spiega ancora Molinari. Ecco perché per il sindacato diventa fondamentale mettere al centro l’organizzazione del lavoro, la contrattazione dei parametri operativi, in definitiva – come ha osservato il segretario generale della Cgil, Susanna Camusso – gli algoritmi. “Amazon, come tante altre aziende, deve capirlo – ha detto la leader sindacale –. Non saranno mai grandi se i lavoratori saranno sfruttati, non avranno un lavoro decente, non saranno trattati con dignità”.    

Su queste basi è arrivato anche il primo storico sciopero di Amazon in Italia, quello del “black friday” venerdì 24 novembre. Sciopero non solo riuscito (adesioni intorno al 60% tra i dipendenti blue badge del magazzino di Piacenza), ma addirittura esportato in Germania, dando vita a una protesta di carattere sovranazionale, come raramente si riesce a fare in altri gruppi multinazionali. 

Anche questo, secondo il segretario della Filcams di Piacenza, ha sicuramente inciso sulla decisione di Amazon di convocare i sindacati prima di Natale, cercando di evitare, forse, altre possibili mobilitazioni, che in un periodo del genere potrebbero risultare particolarmente dolorose per l'azienda: “È indubbio che lo sciopero abbia avuto un impatto sia aziendale che mediatico enorme – continua Molinari –, di livello planetario direi. Questo ci consentirà di sederci al tavolo di oggi con grande determinazione per rimettere al centro i contenuti della piattaforma sindacale votata da centinaia di lavoratori e scardinare l'impostazione di Amazon, che punta a una totale dis-intermediazione tra azienda e singolo lavoratore, in Italia e nel mondo". (Fab.Ri)