Sciopero e corteo oggi (mercoledì 17 febbraio) a Palermo per i lavoratori Almaviva. I sindacati chiedono di essere convocati dal nuovo prefetto Antonella De Miro, sollecitando la sua intermediazione per spingere il governo ad aprire un tavolo di crisi nazionale (come già richiesto nella manifestazione del 9 febbraio scorso). Tra Palermo e Catania il call center conta oltre 6 mila lavoratori (di cui il 75 per cento nel capoluogo siciliano), e per 1.500 l’azienda ha già annunciato gli esuberi. Una crisi dovuta alla perdita di importanti commesse, assegnate ad altri mediante gare al massimo ribasso.

Il 31 maggio prossimo scadranno i contratti di solidarietà: se non ci saranno novità, le lettere di licenziamento potrebbero arrivare già in marzo. Slc Cgil, Fistel Cisl, Uilcom e Ugl sono per il momento riusciti a ottenere dalla Regione Sicilia l’apertura di un tavolo tecnico (tra sindacati e assessorato alle Attività produttive) per affrontare la vertenza, con il compito di elaborare un piano di politica industriale che punti sul rilancio del settore, che a propria volta farà pressioni su Roma per attivare un tavolo di crisi del settore (che in Sicilia occupa 20 mila persone). Allo studio, intanto, ci sono altre iniziative. I sindacati hanno lanciato la campagna #siamotuttialmaviva, che vedrà l’organizzazione di un’assemblea cittadina (in data ancora da definire) e di uno spettacolo di solidarietà, da parte di personalità del mondo dello spettacolo, per il 7 marzo al Teatro Politeama di Palermo.

“Possiamo dire che finalmente è stato avviato un dialogo con la Regione sul tema dei call center” spiega il segretario della Slc Cgil Palermo Maurizio Rosso: “La Regione ha confermato l’impegno a contattare i principali committenti di Almaviva e le aziende di outsourcing che operano in Sicilia. Ma sul piano nazionale ancora non abbiamo risposte dall’azienda”. Il tavolo tecnico, continua Rosso, dovrà “porre le basi e definire le condizioni per lo sviluppo e il radicamento del comparto dei servizi attraverso la ricerca, lo sviluppo e la formazione del capitale umano. Il paese vive una profonda mutazione segnata dalla digitalizzazione e dalle piattaforme multimediali. La politica deve essere in grado di portare avanti un piano per un’industria attrezzata del settore che crei occupazione e sviluppo”.