"Rimaniamo increduli di fronte alla decisione del ministro dello Sviluppo economico, Carlo Calenda, di intervenire nei confronti dell’azienda Almaviva bloccando i trasferimenti verso Rende dei soli 65 lavoratori della sede di Milano, dimenticandosi delle 43 lavoratrici neomamme di Roma, anch’esse destinatarie delle lettere di trasferimento. Di fatto, due pesi e due misure". Così, in una nota, la Cgil di Roma e del Lazio.

"E’ gravissimo - continua la nota - che un ministro della Repubblica agisca in tal modo, creando e legittimando di fatto una disparità di trattamento tra lavoratori nelle stesse condizioni. Calenda ha deciso di abbandonare a se stesse delle lavoratrici che hanno avuto l’unica colpa di aver dato alla luce dei figli e di essere dipendenti di un'azienda priva di scrupoli e che vive di commesse pubbliche.

Una vergogna che non può passare sotto silenzio. Siamo chiaramente felici per i 65 dipendenti di Almaviva di Milano, ma chiediamo al ministro di assumersi le sue responsabilità e di trovare, com'è doveroso faccia, le stesse soluzioni per queste neomamme di Roma. Chiediamo inoltre al presidente della Regione Lazio Nicola Zingaretti e alla sindaca di Roma Virginia Raggi di far sentire la propria voce e di sostenere queste lavoratrici, vittime di un'ingiustizia odiosa che oltre a infierire su una categoria fragile colpisce ancora una volta il nostro territorio e la nostra città".