“Il mio ricordo più bello? Il viaggio ad Auschwitz con i giovani. Indimenticabile. Ho chiesto a quelle ragazze e a quei ragazzi di ricordarsene quando saranno grandi e porteranno là altri studenti come loro. Un altro meraviglioso ricordo è la manifestazione di piazza del Popolo del 2008 con centomila pensionati. Il messaggio era Nessun Dorma della Turandot. Fu una giornata straordinaria. Berlusconi diede le dimissioni quindici giorni dopo. Non ho la presunzione di dire che l'abbiamo fatto cadere noi, ma credo che abbiamo dato un aiuto alla spinta. Peccato che subito dopo è arrivato Monti con la riforma Fornero. Ecco, quello invece non è un bel ricordo. Per quel che mi riguarda, dall'Europa farò tutto il possibile contro quella legge”. È tempo di bilanci per Carla Cantone, in procinto di lasciare il timone dei pensionati Cgil dopo sette anni e mezzo per proseguire il proprio impegno alla guida della Ferpa, il sindacato europeo dei pensionati e delle persone anziane. Oggi, 12 gennaio, il suo saluto in occasione dell'Assemblea generale dello Spi, il nuovo organismo previsto dallo Statuto confederale.

Rassegna Sei diventata segretaria generale dello Spi a metà 2008, proprio mentre cominciava la grande crisi. Come hai trovato lo Spi e come lo lasci?

Cantone Sono stati anni difficilissimi per tutti, pensionati e lavoratori. La destra, appena tornata a governare, ha subito cancellato i risultati appena ottenuti dalla Cgil e dal sindacato dei pensionati con Prodi. C'era un tavolo per discutere di pensioni, non autosufficienza, sanità: Berlusconi lo ha del tutto ignorato. Poi, come notavi, la situazione si è complicata a causa della crisi che ha messo in ginocchio l'economia e portato i governi a tagliare il welfare. Per fortuna ci siamo dati subito da fare. Abbiamo mobilitato le leghe e i territori a tutti i livelli, regionale e nazionale, e abbiamo aperto una stagione forte di contrattazione sociale decentrata per cercare di ottenere qualche risultato con i Comuni e con le Regioni. Insomma, un periodo sicuramente difficile che non però ci ha visti impreparati. Anzi, posso dire che lo Spi è cresciuto.

Rassegna Com'è stato il rapporto con le altre sigle dei pensionati?

Cantone È stata una stagione importante anche per l'unità con Fnp e Uilp, sia a livello nazionale sia nei territori. Ci siamo mobilitati ovunque e unitariamente, con assemblee al Nord, al Centro e al Sud. Ogni volta che c'era una legge di Stabilità, il sindacato dei pensionati si è mosso per evitare che si facessero ulteriori danni alla condizione già precaria degli anziani. In sintesi, stati anni intensi di contrattazione e di ricerca di mediazioni, ma anche di mobilitazione e di conflitto.

Rassegna E con il governo Renzi com'è andata?

Cantone Siamo riusciti a portare a casa due risultati. Il primo è il rifinanziamento del fondo per la non autosufficienza cancellato dai governi precedenti. Secondo: abbiamo superato la forte discriminazione introdotta da Tremonti con la no-tax area. Importante anche il tavolo con il ministro del Lavoro: stiamo discutendo i contenuti di una piattaforma unitaria su temi come difesa del potere d'acquisto delle pensioni, rivalutazione annuale, sanità e non autosufficienza. È l'unico tavolo aperto con il governo e ce lo teniamo stretto, dopo la no-tax area vogliamo altri risultati. Ed è il frutto del lavoro politico fatto in questi anni, di un impegno straordinario delle leghe, dei territori e anche del gruppo dirigente nazionale.

Rassegna Più in generale, quali sono stati i punti principali dell'attività dello Spi in questi anni?

Cantone Ci sono almeno tre cose importanti che voglio sottolineare. La prima è il rapporto con i giovani. Lo Spi è la categoria in assoluto più impegnata sul campo ed è una vergognosa bugia dire che i pensionati rubano il futuro ai giovani. Secondo punto: siamo un sindacato di lotta e di memoria. Facciamo rivere nelle nostre iniziative le conquiste del mondo sindacale, la lotta per la democrazia, la difesa della Costituzione. Siamo andati ad Auschwitz insieme agli studenti, ogni anno andiamo a Santa'Anna di Stazzema, siamo stati a Marzabotto, nella risiera di San Saba. Siamo l'unica categoria che ha ricordato a Gorizia la grande violenza della guerra più imbecille che sia mai stata proclamata, quella del 15-18. Terzo punto: lo Spi è sempre stato al fianco dei lavoratori attivi, ha appoggiato tutte le categorie, nessuna esclusa. I pensionati hanno sempre manifestato – e sempre lo faranno – in difesa dei diritti, dell'occupazione e dei rinnovi contrattuali. Perché siamo un sindacato basato su una forte identità confederale: è questa la forza del nostro viaggio, come abbiamo sostenuto al congresso di due anni fa.

Rassegna Un viaggio che non si ferma in Italia...

Cantone Per tutelare meglio i pensionati bisogna impegnarsi in Europa. Mi sono resa conto che i tagli al welfare di cui parlavo prima dipendono anche dalle scelte imposte dall'Europa. In questo periodo sto visitando molti paesi e vedo che hanno gli stessi problemi che abbiamo noi. Allora, siccome i pensionati del Vecchio Continente sono più di 100 milioni, occorre una grande alleanza.

Rassegna Quali saranno le tue prime battaglie alla guida della Ferpa?

Cantone Penso a tre cose. La prima è un Manifesto per i diritti degli anziani sostenuto in tutti i paesi. Per farlo, dicevo, serve una forte alleanza fra i sindacati, ma non basta. È necessario anche l'appoggio dei giovani. Perciò il prossimo 3 marzo, all'esecutivo della Ferpa, parteciperà il Comitato Giovani della Ces (la confederazione europea dei sindacati, ndr). È la prima volta che accade. Secondo punto: la Ferpa deve essere protagonista dentro la Ces – un po' come accade nel modello italiano – per portare avanti il dialogo sociale sui temi del welfare. Un dialogo che la stessa Ces ha aperto con il governo europeo e del quale la delegazione di cui farò parte discuterà con il presidente Juncker. Terzo punto: arrivare a una direttiva europea che affronti la condizione delle persone non autosufficienti.

Rassegna Questi gli obiettivi immediati. E quelli a medio termine?

Cantone Bisognerà affrontare la questione del reddito e della diversità fiscale per gli anziani. Faccio solo un esempio: in Germania le tasse per i pensionati sono il 10 per cento rispetto a quelle italiane. L'altra novità è che, a differenza di altre categorie, abbiamo istituito un Comitato Donne. È fondamentale perché si riunisce periodicamente per affrontare le questioni della violenza sulle donne anziane e della cura che deve essere garantita a tutte.