“Dispiace che Cisl e Uil siano sfuggite all’assemblea unitaria preferendo organizzarne un’altra per martedì prossimo”. E’ questa la dichiarazione del Segretario nazionale della Fiom Cgil Giorgio Cremaschi al temine dell’assemblea dei lavoratori dell’Alcoa di Fusina, chiamati a valutare i risultati dell’incontro avvenuto lunedì sera a Palazzo Chigi sul futuro dei siti produttivi di Fusina e Porto Vesme in Sardegna.

“Ci confortano la partecipazione e il largo e caldo consenso che ci hanno dato il lavoratori in assemblea ai quali abbiamo detto la verità – sottolinea Luca Trevisan, nuovo segretario generale della Fiom veneziana – il Governo e Alcoa si sono messi d’accordo per tenere aperto il primario in Sardegna e chiuderlo a Fusina. Su questa scelta noi della Fiom non ci stiamo perché indebolisce l’intero gruppo ma anche l’intera realtà industriale di Marghera vincolando le scelte temporanee ai costi energetici. Vorremmo che Regione, Provincia e Comune si facessero vivi invece che dire che va tutto bene”.

“E’ paradossale – riprende Cremaschi – che il Governo scelga una linea che difende solo una parte del primario. Su tutta la vicenda noi vogliamo discutere su piano industriale, investimenti e livelli occupazionali. Per ora abbiamo avuto solo dichiarazioni e nessun impegno formale e scritto. Non possiamo accettare accordi che sostanzialmente dicono che intanto si chiude Fusina e poi si vedrà… Sarebbe come avallare l’avvio dello smantellamento del gruppo”.

In merito all’annuncio che Alcoa avrebbe richiesto un nuovo incontro al Ministero del Lavoro Cremaschi è chiaro: ”E’ un tavolo che non ha senso, da una parte si dice che non ci sono esuberi, dall’altra si va al Ministero proprio per valutare la gestione degli esuberi. Al tavolo del Ministero delle attività Produttive noi pretendiamo invece che siano scritti gli impegni di Governo e azienda per risolvere la questione”.

Parole dure del leader dei metalmeccanici della Cgil anche per le altre sigle sindacali presenti al tavolo romano: “Sono stupefatto della folgorazione sulla via di Damasco di Cisl e Uil che accettano la chiusura di Fusina dopo che l’avevano sempre rifiutata. Ma sono colpito negativamente dalle istituzioni locali venete che accettano la chiusura di questa produzione che invece si erano sempre impegnate a difendere”.