Si è chiuso con un nulla di fatto nella tarda serata di ieri (2 agosto) l'incontro tra Sky e i sindacati al ministero del Lavoro, alla presenza anche dei rappresentanti del ministero dello Sviluppo e delle Regioni Lazio e Lombardia sull'attuazione del piano industriale del gruppo.

“L'azienda non ha voluto superare i licenziamenti nonostante i risultati economici e le molte proposte alternative presentate dalle organizzazioni sindacali, affermando così la 'licenziabilità' e confermando una gestione del personale senza vincoli sociali”. Così i sindacati Slc Cgil, Uilcom Uil e Ugl Telecomunicazione in una nota unitaria.

I lavoratori coinvolti sono 102, dopo che dall'iniziale numero di 571 impattati dal piano presentato a gennaio dalla multinazionale, si sono trovate soluzioni consensuali per 469 dipendenti (pari all'82%). Per gli altri si apre invece la prospettiva della disoccupazione.

“L'ipotesi di trasferimento parziale dei lavoratori di Roma per rispondere alle esigenze organizzative – riprendono i sindacati – non è stata considerata sufficiente perché escludeva una platea di lavoratori con tutela di legge. La procedura di licenziamenti, infatti, impatta su molti dipendenti in legge 104/92, donne in maternità, disabili e congedi straordinari".

"A nulla è servita – conclude la nota – la nostra proposta di riduzione a part-time per 28 persone, smart working, esodo in pensione per chi aveva raggiunto i requisiti di legge”. Sono state convocate per oggi le assemblee con i lavoratori, “per rilanciare la mobilitazione e procedere con la tutela legale per chi è stato inserito in procedura di licenziamento”.