PHOTO
A Limena, placido comune del Padovano, è andato in scena uno scontro epico tra una maestra e un’assessora. Tipo Atena contro Medusa, ma con meno serpenti e più cartoncini plastificati. Tutto nasce da un opuscolo sulle donne illustri della storia, distribuito alle elementari dalla solerte assessora all’Istruzione Eleonora Paccagnella di Fratelli d’Italia.
Operazione che pare quasi femminista, se non fosse che a svettare tra le pagine, come una Madonna a una sagra di paese, c’era lei: Giorgia Meloni. Che sia la prima presidente del Consiglio è incontestabile. Ma che venga ritagliata e incollata sui volti di una scolaresca come maschera anti-privacy sfiora il surreale. O il marketing politico.
Per la foto di gruppo, agli alunni è stato chiesto di coprirsi con il volto di una delle protagoniste dell’opuscolo. Risultato: una classe di baby-Meloni. Giorgia ovunque, in versione Santa Patrona della mensa scolastica. La dirigente ha tentato il contenimento danni, affrettandosi a dire “I bambini l’hanno scelta perché è la più famosa”.
E come dargli torto, Tina Anselmi e Nilde Iotti, pur avendo fatto la storia per davvero, non avevano abbastanza followers. Ma se oggi il volto della premier diventa uno scudo, cosa dobbiamo aspettarci domani? Bavagli con Salvini? Album da colorare con La Russa in mimetica? Quaderni a quadretti con le frasi celebri di Lollobrigida?
Questa vicenda, a metà tra un racconto di Buzzati e un episodio dei Simpson, ci insegna una cosa: la scuola italiana è ormai diventata un palcoscenico. C’è chi recita da statista, chi da pedagogo, chi da martire e chi da influencer istituzionale. Per fortuna, in mezzo a questo teatrino, una maestra ha avuto il coraggio di dire: “No, grazie”. E chissà che un giorno, in un vero opuscolo sulle donne illustri, non ci finisca proprio lei