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La notizia politica in evidenza riguarda la decisione di Italia Viva di non partecipare al voto in Commissione al Senato sull’autorizzazione a processare l’ex ministro degli Interni Matteo Salvini per il caso Open Arms. La traduzione che ne fanno tutti i quotidiani è semplice: “I renziani aiutano Salvini, no al processo sui migranti”, è la sintesi del Corriere della Sera. “Una scialuppa per Salvini” è il titolo di apertura di Repubblica. “Muto soccorso”, è la copertina del manifesto che nel sommario riassume i termini principali dello scontro politico attuale: visto che Italia Viva ha giustificato la sua decisione parlando di responsabilità condivise anche da Conte nel precedente governo sulla questione degli sbarchi negati, Palazzo Chigi è stato costretto ad intervenire chiedendo chiarimenti. Molto dura anche la prima pagina del Fatto Quotidiano: “Renzi, il palo della banda Salvini”. Insomma un nuovo piccolo (o grande) terremoto che aumenta l’incertezza per il futuro politico del governo Conte come si è anche visto in Lombardia dove la Lega ha scelto una consigliera di Italia Viva per la commissione d’inchiesta sull’emergenza Covid. Da parte sua il presidente del Consiglio, Giuseppe Conte, scrive una lettera al Corriere della Sera per spiegare il suo piano in sette punti per la ripresa dopo l’emergenza.
Niente sarà più come prima
Intanto, per quanto riguarda i problemi della riapertura non si placano le tensioni politiche che assumono ogni giorno forme diverse. Oltre la questione settentrionale (“Battaglia sulla Lombardia” è il titolo del Corriere della Sera), ritorna in primo piano la spaccatura del Paese con le Regioni del Sud che pongono nuovi paletti sulla riapertura generalizzata prevista per il 3 giugno: “Riaperture, serve l’ok del Sud” è il titolo di apertura del Messaggero che spiega: Lombardia e Piemonte in bilico. Boccia incontra Fontana e annuncia per venerdì la decisione sugli spostamenti. In caso di via libera il 3 giugno, il governo vuole evitare l’altolà dei governatori del Mezzogiorno. L’epidemia sta cambiando comunque i comportamenti sociali a partire dall’ovvio utilizzo consolidato dei dispositivi di sicurezza e dal rispetto delle norme sul distanziamento. Sulle mascherine ancora si litiga: sono regolari solo quelle certificate? “No alla mascherina, se non è certificata, pronta una stretta contro le truffe”, è l’approfondimento proposto dal Messaggero a pagina 23. Molta confusione e ripensamenti anche sulla questione dell’utilizzo dei 60 mila assistenti civici volontari proposti dal ministro per gli Affari Regionali, Boccia. Oggi interviene Decaro, presidente Anci per precisare i termini della proposta: i volontari non dovranno ricoprire funzioni di pubblica sicurezza. Ma l’idea è sommersa da critiche. No alle improvvisazioni, dice la Cgil.
L’ultimo giorno di scuola
Un altro oggetto del contendere riguarda la scuola. Sono due i punti di tensione. Da una parte il concorso per l’assunzione degli insegnanti precari con i sindacati che contestano l’impostazione del governo e in particolare dalla ministra Azzolina. Dall’altra fa discutere la decisione del Comitato Scientifico di vietare le feste di saluto nelle scuole per l’ultimo giorno dell’anno. La proposta della viceministra Ascani è stata bocciata. Sull’Avvenire il titolo sulla riapertura di settembre: “Un’aula su due non è anti-Covid” (p.5). Distanze, accessi e alternative alle formule tradizionali sono di difficile applicazione. Il ministro della Salute, Roberto Speranza, conferma però la decisione: a settembre tutti in classe. Sul Corriere della Sera il commento critico di Massimo Gramellini sulla decisione di negare le feste dell’ultimo giorno di scuola, “Viva il Comitato” è il titolo della rubrica “il caffè” sulla prima pagina. Sul manifesto l’aggiornamento sul concorso per i precari: verso l’intesa al fotofinish: saltano i quiz, sì di Leu, il Pd mantiene l’emendamento (Daniela Preziosi a pagina 4). Per La Stampa tra i problemi cresce l’allarme asili nido che non riaprono.
L’Europa che serve
Oggi è un giorno importante per il futuro dell’Europa. Si decide sul Recovery Fund e si verificherà la tenuta dell’Europa sempre più spaccata tra chi spinge per un utilizzo senza penalizzazione dei fondi per far ripartire l’economia e chi invece si oppone come i Paesi del Nord, tra cui Olanda e Svezia e i Paesi dell’Est che diventano sempre più chiusi a soluzioni solidali. Sulle resistenze e i no alla solidarietà da parte dei Paesi dell’Est da segnalare l’approfondimento di Beda Romano sul Sole 24 ore (a pagina 2). Su La Stampa da segnalare una importante intervista al presidente del Parlamento europeo, David Sassoli: “Questo piano cambi l’Europa o il Parlamento non lo voterà”. Non ci devono essere vincoli per chi chiede aiuto, mentre la Ue ha bisogno di più competenze a partire dalla Sanità per arrivare al Clima e alla Difesa (l’intervista è a cura del vicedirettore Marco Zatterin a pagina 3)
Il ritorno dello Stato e il nuovo fisco
Con la necessità di un intervento pubblico per salvare le economie dei singoli paesi è tornato di attualità il dibattito sul ruolo dello Stato in economia. Sul Foglio di oggi da segnalare una intervista al ministro dell’Economia, Roberto Gualtieri secondo il quale non è affatto uno scandalo pensare ad uno Stato azionista. “Così renderò l’Italia attraente”, dice il ministro che parla anche del futuro del Mes e soprattutto della necessità di avviare da subito (come chiedono da tempo Cgil, Cisl, Uil) una vera riforma fiscale. L’intervista è firmata da Claudio Cerasa. Il ministro spiega ovviamente anche le linee del decreto rilancio che oggi sarà sottoposto alle audizione parlamentari delle parti sociali. In audizione anche la Cgil rappresentata dalla vicesegretaria generale Gianna Fracassi.
Autostrade, oggi si decide
Sul Messaggero, ma anche su altri quotidiani la notizia del vertice previsto per oggi a Palazzo Chigi su Autostrade. Dopo quasi due anni di rinvii oggi potrebbe essere dunque il giorno della verità . Alle 10 il presidente del Consiglio Conte ha convocato la ministra delle Infrastrutture Paola De Micheli, il responsabile dell’Economia Roberto Gualtieri e i capi delegazione della maggioranza. All’ordine del giorno: il destino della concessione ad Autostrade per l’Italia.
Finanza forte, economia debole
L’epidemia ripropone a forti tinte il dualismo classico tra finanza ed economia. Mentre sul fronte della produzione e dell’economia reale in generale le previsioni sono sempre più negative e preoccupanti – come dimostra l’ultimo Rapporto del Censis e le previsioni di Confcommercio – la speculazione finanziaria non si fa intimidire e recupera la sua capacità di scommessa. “Borse, recuperano il crollo da lockdown” è il titolo di apertura del Sole 24 ore. “I valori tornano ai livelli di inizio marzo spinti dall’ottimismo sulla crisi, in rialzo i listini europei, Milano chiude a +1,5% mentre lo spread è sotto quota 200. Opposta la visione di cittadini e lavoratori che emerge dal Rapporto annuale Censis-Confcommercio: A causa della crisi sanitaria e del conseguente lockdown, il 42,3% delle famiglie ha visto ridursi l’attività lavorativa e il reddito, il 25,8% ha dovuto sospendere del tutto l’attività, il 23,4% è finito in Cig; quasi 6 famiglie su 10 nutrono il timore di perdere il posto di lavoro; tra i principali effetti sui consumi, il 48% ha dovuto rinunciare definitivamente a qualsiasi forma di vacanza (week end, ponti, Pasqua, vacanze estive) e il 23% all’acquisto di beni durevoli (mobili, elettrodomestici, auto) già programmati; per le vacanze estive, oltre la metà delle famiglie non ha fatto programmi e il 30% ha già deciso che resterà a casa; solo il 9,4% ci andrà ma con durata e budget ridotti; resta molto ampia la fascia di chi, dopo la riapertura del Paese, vede il futuro con pessimismo: il 52,8% vede “nero” per la propria famiglia, ma la percentuale sale al 67,5% con riferimento alle prospettive del Paese.