Occupazione regolare: semplificazione delle regole
Il testo propone di passare dall’incentivazione del lavoro regolare (cuneo fiscale ridotto in caso di rapporti a tempo indeterminato) alla semplificazione/deregolazione degli adempimenti come strumento per combattere il lavoro nero.

Relazioni industriali
Anziché riflettere sulla segmentazione territoriale, e la concentrazione di sommerso e precarietà nel Mezzogiorno, il testo suggerisce un rilancio di un nuovo modello di relazioni sindacali, di tipo partecipativo e collaborativo, incentrato sulla bilateralità e una stretta relazione tra salario e produttività.

Ammortizzatori sociali e bilateralità
Il governo, che è tenuto a dare corso alla delega (legge n. 247/07) per la costruzione di un sistema pubblico di ammortizzatori sociali fondato su due istituti universali, propone invece un unico ammortizzatore pubblico (la disoccupazione) e un ruolo della bilateralità sostitutiva delle provvidenze pubbliche in caso di permanenza del rapporto di lavoro.

Formazione e servizi all’impiego
Il testo si chiede il perché della scarsa risposta privata agli spazi aperti dalla legge 30, e lascia intravedere nuove ipotesi deregolative. Non ci si chiede, invece, se lo scarso successo non sia da addebitare al vuoto di soggetti in grado di intervenire attivamente nel mercato del lavoro perché conoscitori del territorio e in grado di intrecciare con gli attori sociali (pubblici e privati) un dialogo costruttivo.

Apprendistato
Si ipotizza un riconoscimento della natura formativa dell’impresa in quanto tale, misconoscendo del tutto le elaborazioni comunitarie sulla natura eminentemente trasversale delle competenze da incentivare nel nuovo mercato del lavoro.

“Complicità tra capitale e lavoro”
Si vuole incentivare un sistema degli enti bilaterali, cui affidare “la gestione condivisa dei servizi che danno valore alla persona quali sicurezza, formazione, integrazione del reddito, ricollocamento, certificazione del contratto di lavoro, previdenza complementare, assistenza sanitaria”.

Sanità
Il testo contiene un’evidente forzatura sull’aumento della spesa sanitaria e prospetta una progressiva riduzione del finanziamento pubblico e, al contempo, incentivi al pilastro privato.

Politiche sociali
Scompare qualsiasi riferimento alla legge di riforma della assistenza e non viene mai citato il tema dei Livelli essenziali delle prestazioni sociali.

Non autosufficienza
Anziché completare l’iter istituzionale della legge delega avviato nella scorsa legislatura e integrare il relativo fondo nazionale la soluzione di tale grande questione viene demandata ai fondi integrativi.

Povertà ed emarginazione
Mancata riproposizione del Reddito minimo di inserimento.

Pensioni
Si ritiene che la spesa previdenziale sia fuori controllo. Si lascia intendere, quindi, la volontà, a proposito dei lavori usuranti, di operare verso una riduzione della platea dei possibili beneficiari di quanto previsto dall’accordo del 23 luglio 2007. Ciò che si scrive sui coefficienti di trasformazione rischia di rendere nullo quanto è previsto – proprio sui coefficienti – da quell’accordo stesso.

Salute e sicurezza nel lavoro
Rientrerebbe nel “Welfare negoziale” da gestire attraverso la bilateralità, con la dichiarata idea di far dipendere gli Rls dalla stessa e allontanando dal luogo di lavoro la sede in cui si affronta concretamente il tema. Per questa via si svuoterebbe il Testo Unico.