“Nel decreto Milleproroghe il governo fa un piccolo passo avanti: consentirà alle Regioni di derogare fino al 2,5% rispetto al numero delle scuole da tagliare, rivedendo entro il 5 gennaio 2024 anche i piani eventualmente già approvati”. A dirlo è la Flc Cgil, rilevando però che “ciò sarà solo per il 2024/2025 e senza che su queste scuole possano verificarsi trasferimenti o assunzioni di dirigenti o di direttori dei servizi, perché verranno date a reggenza con possibilità di esonero o semiesonero per il docente vicario”.

“Una specie di retromarcia del ministro, frutto della nostra iniziativa che, per oltre un anno, ha contrastato a livello nazionale e a livello territoriale il taglio di 800 scuole, e dei problemi che si stanno determinando nelle Regioni per l'attuazione pratica della norma”, prosegue il comunicato.

Riguardo le risorse per finanziare l'operazione di deroga, queste “vengono 'grattate', come al solito, dal Fondo per il miglioramento dell'offerta formativa, ormai diventato il pozzo da svuotare per ogni intervento estemporaneo che venga in mente agli amministratori del ministero dell'Istruzione e dell'Economia”.

La Flc Cgil continua a “ribadire che la strada dei tagli lineari non è la strada giusta e che è necessario un radicale ripensamento del provvedimento. Infatti, le autonomie scolastiche che diventano scuole ‘alveari’, che inglobano molti indirizzi, che si compongono talora di decine di plessi anche assai distanti fra loro e con le infinite relazioni da tenere con le istituzioni locali, di fatto non sono più vere autonomie ‘scolastiche’ vocate alla didattica, ma enti a prevalente funzione amministrativa”.

Occorre dunque “tornare alla vera missione delle autonomie scolastiche, per perseguire la quale la dimensione ottimale delle scuole non può superare i 900 alunni nelle situazioni ordinarie e i 500 nelle situazioni delle comunità montane e delle piccole isole”.

La nota Flc così si conclude: “La scuola ha bisogno di tranquillità e di normalità, con misure utili a darle un orizzonte di livello europeo, non di interventi confusi ed estemporanei o di tagli lineari mascherati da interventi di efficientamento della rete scolastica”.