PHOTO
La crisi del tessile non risparmia neanche le aziende storiche. È il caso del Cotonificio Zambaiti di Cene (Bergamo), impresa specializzata nella produzione di biancheria per la casa. A fine maggio è stato infatti firmato l’accordo per l’attivazione della cassa integrazione straordinaria per cessata attività per i 50 dipendenti.
“La crisi, che nei mesi scorsi aveva fatto solo lievemente capolino – tanto che a gennaio era stato firmato un contratto di solidarietà per tamponare un calo temporaneo di commesse – ha preso una piega ben più grave, portando alla decisione della chiusura dell’attività produttiva”, spiegano Luca Cappanera (Filctem Cgil), Milena Occioni (Femca Cisl) e Gianfranco Salvi (Uiltec Uil).
“Una notizia inattesa anche per molti lavoratori, che durante le assemblee avevano segnalato difficoltà crescenti, ma senza immaginare un epilogo così netto”, proseguono: “Il provvedimento, che coinvolge l’intero organico dell’azienda, è stato siglato con l’obiettivo di garantire una tutela economica immediata, ma anche di attivare strumenti concreti di sostegno alla ricollocazione lavorativa”.
L’accordo prevede infatti, oltre alla cassa integrazione, anche l’attivazione di comandi a distacco e l’avvio di politiche attive condivise con Confindustria Bergamo e con la Provincia, allo scopo di cercare soluzioni occupazionali nel territorio e ridurre il più possibile i tempi di inattività.
“La chiusura del Cotonificio Zambaiti riguarda non solo i lavoratori coinvolti, ma l’intero tessuto industriale della Val Seriana, già messo a dura prova da anni di trasformazioni e contrazioni”, concludono i tre esponenti sindacali: “È essenziale che questa crisi non si traduca in 50 espulsioni silenziose dal mondo del lavoro. Serve un impegno serio per salvaguardare dignità, competenze e futuro”.