Con lo stop di tutti i servizi educativi e scolastici e di molti servizi socio-sanitari e socioa-ssistenziali svolti dalla cooperazione sociale molte amministrazioni pubbliche hanno interrotto anche i pagamenti, determinando anche in Umbria una situazione realmente esplosiva per migliaia di lavoratrici e lavoratori delle cooperative sociali.

Per questo il decreto Cura Italia ha esplicitamente previsto l’autorizzazione per le pubbliche amministrazioni al pagamento dei gestori privati dei servizi , "sulla base di quanto iscritto nel bilancio preventivo”.

“Chiediamo che le amministrazioni procedano ai pagamenti”, si legge in una lettera che i sindacati dei lavoratori della cooperazione sociale, Fp Cgil, Fp e Fisascat Cisl e Uil Fpl, insieme alle centrali cooperative Confcooperative, Legacoopsociali e Agci, hanno inviato alla presidente della Regione Umbria, Donatella Tesei, e agli assessori competenti. “Infatti - spiegano sindacati e centrali cooperative - la disposizione contenuta nel decreto Cura Italia impone il pagamento”, che peraltro, “avrà ricadute estremamente positive sui lavoratori impegnati in queste attività e sulla cooperative sociali che a causa dell’emergenza sono a rischio di default. Inoltre - proseguono - tale misura, avrà effetti positivi sull’intero sistema economico regionale, perché ridurrà l’utilizzo da parte delle cooperative sociali del Fis e della Cassa integrazione in deroga, liberando risorse a favore degli altri lavorati dell’Umbria”.