Torna anche quest'anno la campagna della Filcams Cgil rivolta alle lavoratrici e i lavoratori del turismo. L’obiettivo è ribadire la necessità di superare un modello occupazionale ormai insostenibile, per mettere al centro il lavoro, la qualità dell’occupazione e la sostenibilità delle condizioni di chi lavora nella filiera turistica. Così il sindacato di categoria, in una nota.

“Superata l'emergenza sanitaria, presenze e fatturati hanno raggiunto cifre da record – spiega l’organizzazione -, eppure il settore continua a mostrare di avere bisogno di uno stravolgimento, un cambio radicale di prospettiva che mostri un maggiore rispetto per tutte le lavoratrici e i lavoratori che permettono all'industria turistica di funzionare a pieno regime e di generare guadagni che rappresentano il 9,5% del Pil nazionale”.

Quello che vediamo è un settore in piena attività, dunque, che da Nord a Sud registra numeri da capogiro, una cartolina patinata dell'Italia che attrae e accoglie. “Ma il dietro le quinte, quello che non vediamo, è il luogo dove più che in ogni altro settore proliferano lavoro nero e grigio, dove il lavoro è sottopagato e le professionalità svilite, dove in nome della brevità dell'ingaggio stagionale la forza lavoro è sfruttata fino all'osso, senza riposi, senza ferie, senza malattia, con turni di lavoro che superano di gran lunga le ore previste contrattualmente e dove gli straordinari non sono retribuiti regolarmente”.

Un luogo, prosegue la Filcams, “abitato da migliaia di persone che ad ogni fine stagione restano senza impiego, con una copertura sociale insufficiente e che devono assicurarsi di ottenere nuovamente quel posto l'anno seguente, sebbene consapevoli che a fronte di un salario inadeguato dovranno ancora una volta spegnere la propria vita per qualche mese e non avere più tempo per altro che non sia lavoro".

Gli imprenditori del turismo in larga parte considerano ormai ovvio pretendere molto e non dare abbastanza in cambio, spiega: come raccontano i protagonisti della campagna della Filcams Cgil Mettiamo il #TurismoSottoSopra, “si considera ovvio che un bagnino invece di dedicarsi responsabilmente alla tutela dei bagnanti debba anche aprire ombrelloni e lettini e pulire la spiaggia; che una cameriera ai piani debba preparare dieci stanze in un'ora pena una decurtazione dello stipendio; che le mance di un cameriere vengano considerate parte della retribuzione, che esperienza e competenze non abbiano alcun peso nell'inquadramento professionale”.

Ciò che deve essere ovvio, al contrario, “è che il lavoro vale e che lavoratrici e lavoratori, con il sostegno del sindacato, possono e devono farsi valere – conclude la Filcams -. Il turismo non può continuare ad essere precarietà e sfruttamento: dare dignità al lavoro significa dare valore all'intera compagine che quel lavoro alimenta e sostiene”.