Dopo oltre un mese di stato di agitazione e tre settimane di presidio permanente, giovedì 29 maggio si è finalmente aperta una nuova fase nella vertenza della Tracmec di Mordano (Bologna), azienda della multinazionale Bauer attiva nella fabbricazione di macchinari per l’industria estrattiva e delle costruzioni.

Mercoledì 16 aprile la società aveva annunciato ai sindacati la fine della produzione entro agosto e 45 licenziamenti. A motivare la decisione, aveva spiegato l’azienda, il calo significativo degli ordini e i costi “non più sostenibili: da qui l’intenzione di produrre in altri Paesi, in primis in Cina”.

La svolta, si diceva, è arrivata ieri, con il ritiro della procedura di licenziamento collettivo. Inizia dunque un nuovo capitolo che vede l'attivazione di un contratto di solidarietà fino al 31 dicembre, con la previsione e l’impegno di utilizzare altri ammortizzatori sociali dopo tale data. Strumenti che tuteleranno il personale, dando anche il tempo necessario per sviluppare soluzioni in grado di salvaguardare l’occupazione, anche attraverso un nuovo progetto industriale.

Sindacati: “Eliminato il ricatto dei licenziamenti”

"La tenacia e la determinazione dei lavoratori e delle lavoratrici in lotta hanno portato a un risultato importante”, dichiarano Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil Imola: “Con il ritiro dei licenziamenti da parte di Tracmec si apre una fase nuova che ci permette di affrontare la situazione con la necessaria serenità, cosa impossibile con il ricatto dei licenziamenti”.

Le tre sigle così concludono: “Una lotta che si è concretizzata con un accordo che permette la continuità produttiva almeno entro fine anno. Il nostro obiettivo resta quello di mantenere il sito di Mordano, con o senza Tracmec; nel frattempo, abbiamo ottenuto tutte le richieste che avevamo avanzato. Ora si dovrà gestire il contratto di solidarietà, sulla base degli impegni assunti dalle parti”.