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“Le mobilitazioni dei metalmeccanici stanno dando continuità a un tavolo dell’indotto che discute di investimenti, formazione e rioccupazione per l’area del Sulcis, senza prescindere dalle tre grandi vertenze della zona”. A dirlo sono Loris Scarpa (coordinatore nazionale siderurgia Fiom Cgil) e Roberto Forresu (segretario generale Fiom Cgil Sardegna), commentando l’incontro che si è tenuto giovedì 29: “Oggi abbiamo ricevuto i dati richiesti sugli occupati e sulle aziende, che ora analizzeremo per prepararci al prossimo incontro”.
I due esponenti sindacali sindacati hanno anche appreso che “le risorse non mancano per gli ammortizzatori di transizione né per le progettualità. Queste risorse sono fondamentali per affrontare la crisi industriale decennale che il polo industriale di Portovesme sta subendo. È essenziale che tali risorse non vengano sperperate né regalate alle imprese o alle multinazionali”.
Per Scarpa e Forresu “da troppo tempo l’area del Sulcis e i suoi lavoratori e cittadini stanno pagando un prezzo altissimo, difendendo produzioni industriali che sono vitali per il territorio e per l'intero Paese. La programmazione degli investimenti, l’uso degli ammortizzatori con salario integrato e la formazione necessaria per le possibili riqualificazioni devono avvenire in tempi rapidi”.
I governi nazionale e regionale hanno la responsabilità di prendere decisioni immediate. Secondo la Fiom è fondamentale “riprendere quanto prima le produzioni di alluminio, piombo e zinco nel Sulcis; le attività legate al litio e lo smaltimento dei fumi di acciaieria non sono sufficienti. Solo in questo modo le ipotesi di transizione attualmente in discussione acquisterebbero maggiore valore”.
I due dirigenti Fiom rilevano che “le aziende devono assumersi le proprie responsabilità: per SiderAlloys è necessaria una nuova proprietà realmente industriale; a Glencore deve essere affiancato un nuovo soggetto che rilanci le produzioni di piombo e zinco; Eurallumina deve superare le riserve sul Dpcm riguardante il gas; infine, Enel deve chiarire, in merito alla centrale a carbone, quale futuro attende le lavoratrici e i lavoratori, che da anni vivono in una situazione di precarietà assoluta”.
La Fiom ritiene che il prossimo tavolo “per l’indotto, convocato dopo gli approfondimenti sulle vertenze di maggior rilievo (SiderAlloys, Portovesme srl e Eurallumina), possa rappresentare un'importante opportunità di svolta, se si concretizzerà in un reale rilancio del territorio, attraverso la risoluzione delle vertenze e la realizzazione degli annunci del governo”.