“Non si fermano le uscite volontarie dagli stabilimenti di Stellantis in Italia. Mercoledì 7 maggio a Melfi sono stati annunciati 500 esuberi. Questo dopo che poche settimane fa ne sono state comunicate 300 a Pomigliano e 50 a Pratola Serra”. Così il segretario nazionale Fiom Cgil Samuele Lodi, commentando le intenzioni della casa automobilistica.

Il piano di uscite volontarie

L'accordo sindacale, firmato da Fim Cisl, Uilm Uil, Fismic, Ugl e Quadri, non è stato siglato dalla Fiom Cgil. Il piano di uscite volontarie, valido fino al 31 dicembre, prevede un numero di mensilità da 12 a 33 e incentivi economici da 20 a 30 mila euro secondo l’età anagrafica dei lavoratori. Gli addetti che matureranno i requisiti pensionistici entro due anni, durante il periodo di Naspi riceveranno un importo pari al 90 per cento della retribuzione lorda.

Fiom: “Si configura un piano di dismissione dall’Italia”

“Tutto questo accade quando ancora non è stato scelto l’amministratore delegato del gruppo e quindi siamo ancora in assenza di un piano industriale per il rilancio degli stabilimenti italiani”, riprende Lodi: “Sembra si stia configurando un vero e proprio piano di dismissione dall’Italia. Per tali ragioni non abbiamo firmato gli esuberi”.

Il segretario nazionale Fiom Cgil così conclude: “Vogliamo l’apertura di un confronto vero a Palazzo Chigi con il presidente John Elkann per poter arrivare a un accordo che garantisca l’occupazione e il futuro dell’automotive nel nostro Paese”.

Sul tema è intervenuta anche la segretaria generale Fiom Basilicata Giorgia Calamita: “A fronte della dichiarazione da parte dell'azienda di ulteriori 500 uscite incentivate e di 250 addetti in prestito presso altri stabilimenti, abbiamo chiesto a Stellantis garanzie sul turn over dei lavoratori. Con queste prossime uscite la forza lavoro nello stabilimento si riduce ulteriormente, passando da 5.361 dipendenti a 4.861: il rischio quindi di uno svuotamento di Melfi si fa sempre più concreto, nonostante gli annunci dei nuovi modelli”.

Melfi: produzione in netto calo

Nel primo trimestre di quest’anno la produzione a Melfi è calata del 64,6 per cento, un dato (come spiega un report Fim Cisl dei primi di aprile) che si somma alle forti riduzioni degli ultimi anni. Il dato in termini assoluti si attesta ad appena 8.890 auto prodotte. Melfi è lo stabilimento che, insieme a Pomigliano, perde la maggiore quantità di auto, con 16.210 unità in meno rispetto al primo trimestre 2024.

Dopo lo stop produttivo di 500x attualmente a Melfi vengono prodotte Jeep Compass e Jeep Renegade (8.675 unità) ed è iniziata la produzione della DS8 con le prime duecento auto. Nel primo trimestre gli stop produttivi collettivi sono stati complessivamente 13 giorni gestiti con il contratto di solidarietà (cds), pari a circa 61 turni in cds. Negli altri giorni l’utilizzo del cds è stato circa del 65 per cento, pari a una media di circa 3 mila lavoratori ogni giorno.