PHOTO
La popolazione detenuta aumenta costantemente mentre le dotazioni organiche del corpo di polizia penitenziaria restano gravemente carenti. "Per queste ragioni scenderemo in piazza a Roma, unitariamente, il prossimo 16 aprile: per denunciare le gravi condizioni in cui versa il corpo, per chiedere alla politica e all'amministrazione interventi urgenti, a partire da un piano di assunzioni subito". Così la Fp Cgil commenta i dati emersi dalla relazione annuale al Parlamento del Garante nazionale dei detenuti.
Dati che, aggiunge la categoria, "confermano le nostre reiterate denunce: la presenza di detenuti nelle nostre carceri continua ad aumentare di oltre 2.000 unità ogni anno con il concreto rischio di incappare in una nuova condanna da parte della Corte europea dei diritti dell'uomo sul sovraffollamento. In questo quadro, fatto di crescita del numero di detenuti e di minori uscite, le politiche adottate dal governo sono destinate al fallimento".
Inoltre, prosegue la Fp Cgil, "le assunzioni di poliziotti penitenziari previste non bastano neanche a coprire il turn over e la forte carenza di personale di cui soffre il corpo, poco più di 36.000 unità presenti su una dotazione che prima dei tagli della legge Madia ne prevedeva 45.000, rischia di compromettere la sicurezza degli istituti e la possibilità di reinserimento sociale dei detenuti. Serve un piano di assunzioni straordinario per la polizia penitenziaria e anche per questo la Fp Cgil, insieme alle altre organizzazioni sindacali del settore, sarà in piazza a Roma il 16 aprile per una manifestazione davanti al Ministero della Giustizia", conclude la sigla.
Il 16 aprile la protesta unitaria
La polizia penitenziaria va dunque in piazza a Roma, il 16 aprile, davanti al ministero della Giustizia. Al centro della protesta, promossa da Ssppe, Osapp, Uil Pa Pp, Sinappe, Fns Cisl, Uspp e Fp Cgil, "le gravi condizioni in cui versa il Corpo". Tra queste, spiegano i sindacati, "oltre all'annosa questione delle aggressioni", due punti in particolare: "La revisione del decreto ministeriale del 2 ottobre 2017, e provvedimenti conseguenti, relativi alla dotazione organica del Corpo, la cui urgenza è strettamente connessa all'assegnazione del prossimo corso allievi agenti; la chiarificazione in merito alla gratuità delle caserme, rispetto alle quali è stato ripristinato il contributo economico a carico del fruitore, nonostante la chiara previsione normativa di senso contrario".
Per i sindacati, "nonostante l'atteggiamento di apertura avuto nei confronti dell'apparato politico di via Arenula e del suo massimo esponente, Alfonso Bonafede, certi d'incontrare una sensibilità che, andando oltre le rassicurazioni, si trasformasse in interventi concreti, le rassicurazioni ricevute dal ministero sono state disattese". Per tali ragioni, "vista l'assoluta sordità rispetto alle esigenze della polizia penitenziaria dimostrata tanto dai vertici amministrativi, quanto dal vertice politico, parte l'azione di protesta sindacale". Le sigle, "già in conclamato stato di agitazione, annunciano per il 10 aprile una conferenza stampa per un focus sulle motivazioni della protesta e per il 16 aprile una manifestazione di protesta dinnanzi la sede del ministero della Giustizia".