È passato un mese dalla morte sul lavoro di Octav Stroici, avvenuta nel crollo della Torre dei Conti a Roma. Sembra non sia mai accaduto, non il crollo, ma la morte, in un cantiere pubblico, di un lavoratore di 66 anni che in un Paese normale sarebbe già in pensione e non più al lavoro. Un’indecenza per cui la nostra rabbia non passerà e contro cui continueremo a mobilitarci. 

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In queste settimane si è parlato molto, giustamente, del futuro della Torre e di quali misure attuare per tutelare la continuità occupazionale e reddituale delle lavoratrici e dei lavoratori nella “zona rossa”, ma nel dibattito pubblico assistiamo, da più parti, all’occultamento di un tema centrale: la salute e la sicurezza nei luoghi di lavoro.

Ecco perché abbiamo scritto al sindaco Gualtieri, chiedendo un incontro urgente affinché si avvii un confronto per condividere e prendere ulteriori misure per tutelare la salute e la sicurezza. Octav Stroici non è morto per una fatalità, ma perché sono venute meno le garanzie per lavorare in sicurezza, sulle cui cause le indagini faranno il loro corso.

A un mese dalle parole di cordoglio e dagli impegni nulla è cambiato, anzi, qualcosa è persino peggiorato: il governo vuole smantellare l’Ispettorato nazionale del lavoro, indebolendo ancora di più l’attività di controllo e tutela delle lavoratrici e dei lavoratori e, nel frattempo, più di settanta persone nel nostro Paese sono morte sul lavoro. Quest’idea che si muoia sempre e solo per mala sorte noi la rifiutiamo.

Appena sarà possibile faremo istanza per costituirci parte civile nel processo per la morte di Octav Stroici, come già abbiamo fatto in altri casi, per continuare a essere al fianco delle famiglie e tenere alta l’attenzione.
Anche per questo abbiamo scelto che a Roma il corteo dello sciopero generale del 12 dicembre si concluderà nei pressi della Torre dei Conti, affinché restino accesi i fari su tutte le persone che hanno perso la vita sul lavoro.

Natale Di Cola, segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio

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