"Chi vuole fare il cameriere, la commessa o l'addetta delle pulizie a Matera deve accettare compensi miserevoli con paghe da schiavi". È la dura denuncia che Nidil Cgil di Matera e nazionale, insieme all'Ufficio vertenze legali della Cgil di Matera lanciano nella città Capitale Europea della Cultura del 2019. E lo fanno perché - spiegano - stanno aumentando "i lavoratori che si rivolgono a noi per rassegnare le dimissioni volontarie per il fatto che non riescono a sopportare i ritmi e orari di lavoro imposti con le paghe da fame. Mentre, chi ha più coraggio decide di intraprendere le vertenza nei confronti del datore di lavoro sfruttatore".

Secondo la Cgil, dunque, ai numeri positivi del turismo di Matera si contrappongono "i numeri vergognosi dei compensi a ora di alcune attività che propongono paghe irrisorie, senza rispettare le retribuzioni minime stabilite dai contratti collettivi". "Stiamo assistendo - dicono ancora Nidil e Ufficio vertenze - ad un aumento dì posti di lavoro in queste realtà lavorative, ma anche a un evidente fenomeno di sfruttamento lavorativo".

Vittime di questo abuso nella città dei Sassi sono soprattutto i giovani, che vivono le loro prime esperienze lavorative (ma qualificati perché diplomati alla scuola alberghiera), o anche chi ha già maturato esperienza nel settore. "Si stanno rivolgendo a noi quelli che vengono ricompensati con retribuzioni vergognose - spiega ancora il sindacato - Addirittura si arrivano a fare 13/14 ore di lavoro giornaliere per lunghi periodi (soprattutto nelle feste religiose, in cui c’è maggiore affluenza turistica), senza il riposo settimanale previsto contrattualmente".

"Alcuni resistono a questo stress lavorativo per necessità, perché hanno bisogno di assicurare con i pochi soldi che percepiscono almeno un pasto ala propria famiglia - spiegano ancora dal sindacato - mentre altri non ce la fanno e rinunciano, dando le dimissioni volontarie. Lo fanno perché temono che aprendo una vertenza poi non riusciranno a trovare più lavoro. Infine, abbiamo chi ha il coraggio di denunciare lo sfruttamento di lavoro in una Matera capitale della cultura la quale deve rappresentare anche la cultura del lavoro, dei diritti e della tutela dei lavoratori e non un nuovo esempio di schiavismo", concludono Nidil e Ufficio vertenze Cgil.