Sono due i due piani di reindustrializzazione per lo stabilimento Marelli di Crevalcore (Bologna), che sono stati presentati mercoledì 6 marzo in un incontro convocato dal ministero delle Imprese.

Il primo piano è quello di Tecnomeccanica, che assorbirebbe 152 lavoratori impiegati principalmente in produzioni di componenti pressofusi, nonché in un più piccolo reparto di stampaggio di componenti in plastica. L’impiego effettivo al lavoro avverrebbe già a maggio per circa 100 persone, mentre gli altri verrebbero impiegati progressivamente entro dicembre 2024. L’investimento programmato è di 22 milioni di euro nel periodo 2024-2027.

Il secondo piano è stato presentato da Niche Fusina, parte del gruppo Niche, già presente in Italia nel campo della lavorazione dell'alluminio. Il progetto industriale consisterebbe nella trasformazione di Crevalcore in una fonderia di alluminio secondario con un investimento di circa 12-15 milioni di euro. Il piano prevederebbe una prima fase di prosecuzione della attuale produzione di Crevalcore, poi una reindustrializzazione vera propria, per arrivare nel 2028 alle nuove produzioni. L’occupazione sarebbe di circa 120-130 persone, che però in un secondo momento dovrebbe calare.

“In entrambi i casi - spiegano Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil, Fismic e Uglm - i lavoratori coinvolti passerebbero dopo l’accordo sindacale con il trasferimento di azienda e quindi con garanzia di mantenimento delle medesime condizioni economiche e normative”.

I sindacati hanno richiesto “l'invio del materiale presentatoci per fare le debite valutazioni e considerazioni a riguardo, allo scopo di comprendere meglio e nel dettaglio entrambe le proposte che già successivamente all'incontro previsto con Marelli sui piani industriali di tutti i siti italiani sarà affrontato con la delegazione di Crevalcore unitamente al piano sociale”.

Fiom Cgil, Fim Cisl, Uilm Uil, Fismic e Uglm così concludono: “Il 12 marzo è già stato indicato come data in cui Marelli deciderà il nuovo investitore, da lì inizierà un serrato confronto che per quanto ci riguarda dovrà trovare risposte condivise per tutti i lavoratori”.