“Un report con crescenti dati in rosso su una troppo ampia mappa di reati, quali lavoro nero e irregolare, forme di evasione fiscale e truffe contributive, violazioni gravi in materia di salute e sicurezza sul lavoro. E a pagare la pesantezza di questi risultati sul lavoro in peggioramento sono, in primis, i lavoratori sfruttati, ma anche il peggioramento del profilo legalitario della nostra economia produttiva. Anche, e soprattutto, in Emilia Romagna”. È quanto denuncia in una nota Franco Zavatti, del coordinamento regionale legalità e sicurezza della Cgil Emilia Romagna, a commento del nuovo rapporto dell'Ispettorato nazionale del Lavoro sottolineando come la regione sia tra le prime posizioni in diversi ambiti di irregolarità. 

“Sarebbe demagogia fasulla mettere questi reati del lavoro come premessa scontata all'ingresso malavitoso – afferma Zavatti –. È vero però, all'opposto, che ognuna delle tante inchieste giudiziarie sul malaffare delle mafie al Nord e in regione contengono titoli e capitoli che portano al lavoro irregolare, subappalto con trucco, coop fasulle ecc. Lavoro, imprese e pezzi di economia malata che impongono argini e prevenzione reale. Dal sindacato, certo. Dalle utili iniziative promosse da Regione e istituzioni locali. Dalla preziosa attività di vigilanza degli enti ispettivi di cui leggiamo gli esiti. Ma non basta – conclude Zavatti –. Occorre che il governo rafforzi con urgenza le risorse e gli organici in calo degli istituti che fanno i controlli. Ma anche, e soprattutto, le associazioni che rappresentano le imprese siano molto più attive nel sostenere le pratiche e la cultura del lavoro pulito”.