“La multinazionale Jabil non ritiene più redditizia la sua presenza sul territorio di Caserta: il loro modello di business non è compatibile e sostenibile con il mercato italiano, troppo frammentato”. A dirlo sono Fiom Cgil, Fim Cisl e Uilm Uil dopo l’incontro con l’azienda che si è tenuto martedì 30 aprile al ministero delle Imprese.

“In questi mesi Jabil ha cercato soluzioni che permettessero di dare comunque continuità all’attività e al mantenimento occupazionale”, proseguono i sindacati: “La soluzione, secondo Jabil, ci sarebbe e potrebbe essere sostenuta anche dal ministero, tramite il coinvolgimento di Invitalia, partecipando in quota parte al capitale sociale. Non è stato detto ulteriormente circa l’ipotetico progetto industriale, chi è l’imprenditore o la società, che prospettive occupazionali garantisce, quali clienti porta con sé. Non vi è stata risposta”.

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La delegazione sindacale ha sottolineato che “da tempo circola voce in azienda su a chi Jabil intende trasferire la gestione dell’attività industriale. Questa ipotesi non offre alcuna prospettiva di continuità lavorativa e non è accettata dai lavoratori. La situazione è drammatica, anche perché Jabil non investe da anni sul sito casertano”.

Fiom, Fim e Uilm hanno ribadito ai dirigenti del Mimit che “il mercato italiano offre ancora opportunità nel mercato dell’elettronica. Siamo convinti che Jabil, con investimenti adeguati e il sostegno di finanziamenti pubblici per progetti di ricerca-sviluppo, la reindustrializzazione dei prodotti e l’aggiornamento dei processi produttivi, possa confermare e anzi rafforzare la sua mission industriale e occupazionale”.

Il tavolo è stato riconvocato per il prossimo 27 maggio. “I lavoratori attendono un riposizionamento di Jabil”, concludono le tre organizzazioni: “Nei prossimi giorni la Rsu proclamerà le assemblee e con i lavoratori deciderà eventuali iniziative”.