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Dopo le recenti sentenze del Consiglio di Stato e la conseguente definizione del 31 dicembre 2023 quale scadenza per la proroga delle concessioni demaniali per finalità turistico-ricreative, le categorie del turismo di Cgil, Cisl e Uil "lanciano l’allarme rispetto al rischio occupazionale per i lavoratori diretti e in appalto in forza presso le oltre 60 mila concessioni demaniali marittime delle quali circa 12 mila per stabilimenti balneari". È quanto si legge in una nota.
Per Filcams, Fisascat e Uiltucs, "alla luce del previsto riordino della materia che, secondo quanto sentenziato lo scorso novembre dal massimo giudice amministrativo, dovrà avvenire in conformità ai principi e alla normativa di derivazione europea, è prioritario definire con tempestività tutele occupazionali adeguate per i tanti lavoratori che prestano attività in tale ambito".
In considerazione dell’istituzione ad inizio anno di un tavolo interministeriale in materia, le stesse sigle sindacali "hanno provveduto a sollecitare il ministero del Turismo, il ministero dello Sviluppo economico e il dipartimento per gli Affari regionali e le autonomie ai fini dell’avvio di un confronto tra le parti sociali del comparto".