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Giovedì 3 luglio la Filt Cgil Bologna ha convocato un'assemblea urgente coi lavoratori dipendenti Nippon Express Italia Spa impiegati nel capoluogo dopo la comunicazione aziendale di disdetta del contratto di fornitura di servizi di logistica col cliente La Sportiva dopo oltre 10 anni, quest'ultimo principale cliente del magazzino presente nella zona industriale Le Roveri, a decorrere dal mese di dicembre 2025.
La multinazionale giapponese Nippon Express si occupa di logistica e spedizioni nel settore del fashion e su Bologna impiega circa 45 lavoratori nel magazzino di via del Fonditore nella zona industriale Le Roveri nel quale viene gestita e spedita la merce di La Sportiva, noto marchio italiano che produce scarpe e abbigliamento tecnico. Il volume di lavoro di questo cliente è determinante per la continuità occupazionale del magazzino essendo circa l'80% del lavoro svolto nel magazzino e, senza alternative, è seriamente a rischio il futuro dei lavoratori e delle lavoratrici che vi lavorano da oltre 20 anni.
“Come organizzazione sindacale – scrive in un comunicato la Filt Cgil bolognese – chiederemo un incontro urgente a tutti i soggetti datoriali, compresa La Sportiva, per comprendere le motivazioni di questa disdetta del contratto e cercare insieme tutte le soluzioni possibili per garantire un futuro ai lavoratori ed alle lavoratrici, confidando nel senso di responsabilità di tutte le aziende coinvolte affinché le conseguenze di questa scelta non ricadano sui lavoratori”.
Il sindacato ricorda che Nippon Express non utilizza società appaltatrici, a differenza del resto del settore della logistica che attraverso le esternalizzazioni in appalto riesce a ridurre i costi a scapito della collettività e dei lavoratori, e questo significa maggiori garanzie rispetto le condizioni di lavoro ed il rispetto dei contratti.
“Insieme ai lavoratori – conclude -, esprimiamo la nostra preoccupazione che la scelta di cambiare operatore logistico spostando le attività fuori da Bologna sia motivata da una riduzione dei costi attraverso l'allungamento della filiera coi subappalti. E ciò non è accettabile: la concorrenza non si esercita attraverso lo sfruttamento del sistema degli appalti”.