Il coordinamento nazionale Fiom Cgil, Fim Csil, Uilm Uil e Uglm della Beko Italy denuncia un’applicazione distorta e parziale del piano industriale 2025-2027, parte integrante dell’accordo quadro del 14 aprile 2025 sottoscritto al ministero delle Imprese (alla presenza del ministero del Lavoro, delle Regioni e delle istituzioni locali dei territori coinvolti dall’attività industriale di Beko Italia e da Invitalia).

“Dal confronto avuto nel coordinamento – spiegano i sindacati - emerge con evidenza che la politica intrapresa dal management di Beko, in questi sei mesi, è indirizzata esclusivamente a realizzare il piano di saving attraverso le uscite dei dipendenti e la riduzione di risorse nell’organizzazione del lavoro e nell’attività di ricerca e sviluppo”.

Dalla firma dell’accordo, l’azienda “sta ritardando gravemente l’avvio degli investimenti previsti, sia nei processi sia nello sviluppo di nuovi prodotti. I volumi produttivi risultano in flessione perfino in quei segmenti che avrebbero dovuto rappresentare il nuovo focus aziendale, quindi vi è il fondato timore che alcune lavorazioni possano essere trasferite, in tutto o in parte, in Polonia, mentre altre sembrano destinate a rimanere negli stabilimenti turchi”.

I sindacati denunciano inoltre “un modo scorretto di praticare la rotazione all’interno degli uffici, in particolare tra il personale impiegatizio, con evidenti ripercussioni sull’organizzazione del lavoro e sul clima aziendale. I previsti percorsi di aggiornamento delle professionalità, a supporto di nuove attività più innovative ed efficienti, non sono stati ancora pianificati”.

La preoccupazione tra i lavoratori è che “Beko stia considerando l’acquisizione di Whirlpool non come un progetto di sviluppo industriale, ma come una mera operazione commerciale per acquisire nuove quote di mercato”.

Per Fiom, Fim, Uilm e Uglm diventa quindi “urgente un incontro al ministero delle Imprese per recuperare immediatamente quanto definito nell’accordo, che impegnava l’azienda a ‘effettuare importanti investimenti volti alla modernizzazione e al miglioramento della competitività degli impianti produttivi di ogni stabilimento’. Del piano di investimento da 300 milioni di euro non si è ancora vista una concreta applicazione”.

Il coordinamento nazionale, in vista dell’incontro al ministero, preparerà “una relazione dettagliata sito per sito, divisione per divisione, sui mancati investimenti previsti dagli accordi, sulle carenze di saturazione delle linee produttive considerate strategiche nel piano industriale, sul taglio di risorse per le attività di ricerca e sviluppo e sul mancato confronto in alcune sedi per la gestione delle uscite volontarie dei lavoratori”.