Il perimetro della rappresentanza sindacale nel mondo dello spettacolo che si allarga grazie alla contrattazione e al lavoro di redazione della piattaforma del contratto collettivo nazionale di filiera del cinema. Lavoratori e lavoratrici del settore hanno bisogno del sindacato e si sono rivolti alla Slc Cgil. Nel frattempo, in Parlamento cammina il Disegno di Legge delega sul settore dello spettacolo, per dare tutele e diritti a chi nella discontinuità ha la cifra della propria attività. Ne parliamo con Sabina Di Marco, segretaria Nazionale della Slc Cgil.

Dopo due anni di blocco totale, finalmente è ripartito lo spettacolo dal vivo. Sono stati, quelli della pandemia, mesi difficilissimi per artisti e maestranze e sono diventate evidenti le contraddizioni e le criticità di un mondo fatto di saltuarietà, precariato e anche lavoro nero. Finalmente lo scorso 18 maggio il Senato ha approvato il disegno di Legge delega sullo Spettacolo, frutto anche del lavoro del sindacato. Una buona notizia?
Tutto il settore dello spettacolo ha esultato, l’approvazione di Palazzo Madama, che in parte ha modifica il Testo varato dal Governo, è un ottimo prima passo, manca il varo definitivo da parte della Camera e poi - entro 12 mesi – dovranno essere emanati i decreti. È un provvedimento molto importante, l’introduzione dell'indennità di discontinuità può cambiare veramente il volto del settore e la vita soprattutto delle persone che vi lavorano, con appunto la caratteristica della discontinuità lavorativa che è un tratto strutturale e quindi fisiologico delle professioni dello spettacolo. Ovviamente i passi successivi sono fondamentali, saranno i decreti a definire criteri e parametri e occorrerà un attento monitoraggio del sindacato per far si che le risposte alla discontinuità del lavoro siano adeguate, soprattutto per gli artisti.

Il Ddl non si limita all’indennità di discontinuità...
Infatti, sono state introdotte delle altre misure per le quali ci siamo spesi molto. Innanzitutto l'Osservatorio, lo chiedevamo da tempo ed è costituito da una rete di osservatori regionali che dovranno monitorare il settore dello spettacolo su tutta una serie di punti che vanno dalla formazione ai temi contrattuali che ci sono più cari.  Poi lo sportello Inps che dovrà avere una funzione di servizio per i lavoratori che potranno accedere direttamente, capire qual è la loro condizione previdenziale, ma anche avere la possibilità di far emergere il lavoro nero, assai diffuso nel settore. Attraverso lo Sportello il datore di lavoro potrà sanare la posizione del lavoratore e così contribuire anche al Fondo per l’indennità di discontinuità.  E poi c'è il Registro, sarà uno strumento importante, nulla a che vedere con un ordine professionale, ma consentirà di identificare e censire alcune professioni

Il momento più delicato della definizione della norma sarà quello della scrittura dei decreti...
È proprio così, per questa ragione abbiamo chiesto venga istituito un tavolo tecnico e che le organizzazioni sindacali possano in qualche modo contribuire. C’è un’altra questione delicata, quella delle risorse destinate all’indennità di discontinuità e i criteri per averne diritto, tutte questioni che andranno, appunto, definite attraverso i decreti. In ogni caso siamo di fronte a un vero e proprio cambiamento.

Un cambiamento che può contribuire a sfatare alcuni luoghi comuni. Ci sono pochi grandi attori e attrici ben pagati, e ce ne sono moltissimi altri che pur avendo grandi professionalità e grande impegno vivono una grande precarietà di diritti, tutele e salario. Come tenere tutto insieme?
Questo non è un mondo di privilegiati, se ne vede soltanto la parte apicale, i grandi nomi del cinema, del teatro o della musica che trovano spazio nei media. Esiste poi una grande quantità di lavoratori e lavoratrici, artisti ma anche tecnici, maestranze e artigiani, che contribuiscono al successo delle star che vivono condizioni lavorative molto diverse e “fragili”. Bisogna, però ricordare, che i prodotti dell’arte, e anche gli spettacoli lo sono, sono collettivi. Tutto questo mondo ha attraversato mesi e mesi davvero difficilissimi, quasi privi di tutele economiche. Molti hanno dovuto cambiare settore di lavoro per non soccombere. Ecco l’obbiettivo della Delega e della contrattazione è proprio quello di ridefinire la dignità del lavoro, con tutele e giusto salario, anche in questo settore.

Parliamo di tutele, allora. Dalla malattia alla maternità, come siamo messi?      
Questo è un settore il cui il lavoro autonomo è molto diffuso e passi avanti, anche dal versate normativo, ne sono stati fatti. Per molte categorie esistono anche contratti collettivi penso soprattutto alle maestranze e ai tecnici che ovviamente contengono le parti normative. La questione, però e che i contratti non vengono rinnovati anche da oltre vent’anni e questo fa sì che, almeno per la parte economica, sia molto diffusa la pratica della negoziazione individuale con un’evidenza debolezza di lavoratori e lavoratrici e con una inevitabile competizione al ribasso. Accentuata dal fatto che il settore del cinema e dell’audiovisivo in Italia sta lavorando moltissimo perché, grazie agli accordi sulla sicurezza Covid, le Piattaforme hanno spostato le produzioni nel nostro Paese. Molte produzioni in corso, difficoltà a trovare i professionisti che servono, competizione salariale al ribasso tanto più in assenza di contratto. E questo ragionamento vale ancora di più per attori e attrici che un contratto collettivo non ce l’hanno proprio e un conto sono i grandi nomi ha hanno forza contrattuale, tutti gli altri rischiano di trovarsi in condizione di difficoltà.

Come state intervenendo?
Innanzitutto, siamo impegnati nei rinnovi contrattuali per quei settori che hanno il Ccnl a cominciare da quello delle troupe che risale al 1999, e poi quello dei doppiatori ecc. Ma il vero impegno è quello nato dalla richiesta delle varie figure artistiche del cinema, dagli attori ai registi si sono accorti di aver bisogno di non essere soli di fronte alle produzioni nel definire il proprio ingaggio. Hanno bisogno del sindacato. Insieme a una loro rappresentanza ai più alti livelli stiamo scrivendo la piattaforma di un vero e proprio contratto collettivo nazionale della filiera del cinema. La grande novità è che noti e meno noti sono insieme nella riscrittura delle regole, come non accadeva da decenni. Una categoria che si compatta per i diritti e il cambiamento. E stiamo, quindi, ampliando il perimetro della nostra rappresentanza. Questo sì che è un cambiamento oserei dire epocale. Il cinema è uno di quei settori che può essere una grande leva di sviluppo per il Paese e stiamo contribuendo con in nostro lavoro di rappresentanza e tutela di lavoratori e lavoratrici, attraverso il contratto e la contrattazione, e stiamo contribuendo alla Delega con idee e suggerimenti a rendere più solido e giusto un settore fondamentale per la cultura, ma anche per l’economia.