Creazione stimata di 3mila posti di lavoro diretti. Rivitalizzazione delle aree interne. Sostenibilità ambientale e transizione ecologica. Valorizzazione e tutela dei boschi. È la proposta che la Fillea Cgil Toscana lancia alla Regione e alle associazioni datoriali, affinché in questo territorio si ricrei una filiera del legno, oggi importato per l’80 per cento dall’estero, anche da Russia e Bielorussia, oggi sotto sanzioni per la guerra in Ucraina, nonostante l’Italia e la Toscana siano piene di foreste. I contenuti vengono presentati nel convegno “Ricostruiamo la filiera del legno”, organizzato da Fillea Cgil Toscana per martedì 22 marzo alle 9.30, che si tiene nella iconica ex segheria in via S. Benedetto a Vallombrosa (Reggello, Firenze) e on line sul sito e sulla pagina Facebook di Cgil Toscana.

“Si tratta di un’opportunità da non perdere, perché potrebbe portare benefici economici e ambientali – sostiene Giulia Bartoli, segretaria generale Fillea Cgil Toscana -. Occorre una vera politica forestale che sappia tenere insieme difesa del territorio contro l’abbandono e lotta al dissesto idrogeologico, valorizzando il nostro legname e conseguentemente riducendo la dipendenza dall’estero. Assurdo importare la materia prima dall’estero quando ne abbiamo molta: aziende e istituzioni investano per coniugare crescita e sviluppo sostenibile, promuovendo nuovi insediamenti industriali, realizzando un distretto e magari un marchio ‘made in Tuscany/Italy’ che sia premiante negli appalti: è davvero possibile mettere in moto economie importanti”.

In Toscana nel 2020 si contavano circa 12.921 lavoratori impiegati nel settore per 1.796 imprese, nel 2011 erano circa 17.900 con 2.979 aziende: in 10 anni sono stati persi il 28 per cento dei lavoratori e il 40 per cento delle imprese (dati Inps). Ma questo settore è entrato in difficoltà da decenni, ben prima della crisi del 2008. “Stiamo pagando anche scelte imprenditoriali del passato che hanno visto molti italiani chiudere la segheria nel nostro Paese e aprirne di nuove nell’Est Europa – prosegue Bartoli - e vedervi un nuovo business, con costi notevolmente inferiori in particolare del lavoro. Altri hanno invece deciso di delocalizzare anche la trasformazione. Possiamo dire di aver svuotato una filiera del suo anello primario, di aver disperso un patrimonio di competenze e di valore”.

Al convegno partecipano tra gli altri: Giulia Bartoli, Fillea Cgil Toscana, Simona Bonafè, Eurodeputata, Eugenio Giani, presidente Regione Toscana, Leonardo Bassilichi, presidente Camera di Commercio di Firenze, Maurizio Bigazzi, presidente Confindustria Toscana, Massimo Goti, presidente Cna Legno-arredo, Angelo Marchetti, presidente Assolegno – Federlegno, Alessandro Genovesi, segretario generale Fillea Cgil.