"A quattro anni dalla sua istituzione, l'Agenzia italiana cooperazione allo sviluppo (Aics) vive in uno stato di totale 'dismissione': siamo al punto di non ritorno, ed è ora che il ministro batta un colpo". A denunciarlo, sono Fp Cgil, Cisl Fp, Uil Pa, Confsal Unsa e Flp Cse, chiamando in causa il ministro degli Affari esteri e della cooperazione internazionale, Enzo Moavero Milanesi, nel sottolineare come "le lavoratrici e i lavoratori dell'Agenzia, insieme ai sindacati, dopo aver tentato inutilmente di avviare un confronto con il titolare della Farnesina, e dopo aver a lungo atteso che la politica assumesse decisioni, sono costretti a denunciare pubblicamente la situazione in cui viene tenuta l'Aics".

Da un anno esatto, rilevano i sindacati, "l'Agenzia è priva della figura del direttore, mentre i dipendenti sono obbligati a lavorare in una sede fatiscente (Roma) o a rischio dismissione (Firenze); i dirigenti sono un quarto di quelli previsti; il contratto collettivo nazionale di lavoro è disapplicato e le progressioni di carriera, appena definite, sono state immediatamente dopo annullate; per il terzo anno consecutivo, l'Aics è in esercizio provvisorio, perché il bilancio di previsione non è stato approvato nei tempi previsti; la carenze di personale non vengono colmate, anche se dal 2017 è vigente l'autorizzazione a bandire concorsi e assumere; non è mai stato attuato il modello organizzativo previsto dal regolamento; si assiste al sistematico ricorso a consulenze esterne, i cui costi sono incomprensibili, e al rifiuto di utilizzare il personale in servizio, 'obbligando' così l'Agenzia a far ricorso a contratti di natura privata".

Questo, il quadro fornito dai sindacati, che aggiungono: "È  solo la punta dell'iceberg dei mille problemi con cui, quotidianamente, l'Aics deve misurarsi, mentre è chiamata a gestire gli investimenti che la legge prevede le siano affidati per raggiungere gli obiettivi di progettazione, finanziamento, gestione e controllo delle iniziative di cooperazione internazionale". Per le sigle, infine, "la misura è colma: diciamo basta. Da questo momento, in assenza di un'immediata convocazione del vertice politico del Mae e di una svolta nelle relazioni sindacali da parte dell'Aics,  saremo costretti a rappresentare alla giustizia amministrativa la situazione denunciata, le cui cause non sono ascrivibili al personale che, nonostante tutto, in questi tre anni ha operato e opera con abnegazione, impegno e professionalità. Ormai siamo a un punto di non ritorno, che il Mae sembra non vedere, restando in silenzio davanti alle nostre sollecitazioni. È una situazione inaccettabile, attiveremo tutte le iniziative utili per consentire all'Agenzia di poter funzionare a pieno regime".