Una città costiera, Trani, con un’importante marineria, non ha un luogo fisico dove svolgere le attività di vendita e commercializzazione del pesce: un autentico controsenso, soprattutto quando si annuncia attenzione al settore e vicinanza agli operatori. Per questo i sindacati avevano più volte sollecitato l’apertura di un dialogo sulla necessità che anche qui ci fosse un mercato ittico.

“Apprendiamo che finalmente il Comune si è attivato per attingere a finanziamenti – afferma la segretaria generale della Flai Cgil Bat Dora Lacerenza - e scopriamo anche che si vuole posizionare questo mercato in un’area al coperto sul molo di Santa Lucia. Bene, anzi, benissimo. Ma non possiamo non sottolineare il fatto che non siamo mai stati convocati dall’amministrazione comunale. Non sono stati quindi ascoltati i pescatori, i diretti interessati, coloro che utilizzeranno il mercato e che sicuramente avrebbero potuto e possono ancora dare un forte contributo su questo tema”.

“Una struttura per la vendita diretta del prodotto è condizione necessaria per i pescatori per ridare attrattività al mestiere più antico del mondo che altrimenti rischia di scomparire per sempre – prosegue Lacerenza -. È un allarme che lanciamo da anni, quello del mancato ricambio generazionale e, purtroppo, i numeri ora ci stanno dando tristemente ragione”.

Il settore della pesca è ai minimi storici per numero di pescherecci e personale imbarcato nelle marinerie. “Quello che abbiamo sempre denunciato si sta verificando ed è la diretta conseguenza di un comparto alle prese con un’atavica crisi derivante dal poco pescato - afferma il segretario generale Flai Cgil Puglia Antonio Ligorio -. Per questo c’è bisogno di un’alleanza interistituzionale, altrimenti le tempeste non saranno solo quelle metereologica a mettere in difficoltà il comparto ma anche quelle derivanti dalla scarsa attenzione da parte della politica a tutti i livelli”.