I cervelli in fuga costano allo Stato una perdita di 14 miliardi di euro l’anno. È quanto affermato dal Ministro dell’Economia e delle Finanze Tria ad un convegno sull’innovazione digitale. Ma la Flc Cgil, il sindacato della conoscenza, non ci sta e rileva che l'ennesima tornata di dichiarazioni non risolverà un problema ormai strutturale. "Ogni anno arriva puntuale la dichiarazione dei responsabili di governo sull’importanza dell’investimento in cultura, istruzione, innovazione e ricerca quale volano di sviluppo e crescita del Paese", commenta il sindacato in una nota, ricordando che la Flc "denuncia da anni la contraddizione di tali dichiarazioni in rapporto alle politiche di perenne disinvestimento nell’Istruzione e nella Ricerca e all’assente strategia di riarticolazione di processi che aumentino la capacità di reclutamento".

La Flc rileva che "dal 2010 ad oggi solo il 9% di coloro i quali hanno intrapreso il percorso lavorativo accademico hanno avuto la possibilità di essere assunti a tempo indeterminato. Il restante 91% è emigrato all’estero e oggi occupa posizioni di rilievo che portano valore aggiunto all’apparato produttivo e ai saperi dei Paesi che hanno dato loro un’opportunità. Una parte di loro, minima, ha ripiegato in altri settori della pubblica amministrazione o del privato ed altri, troppi, sono ancora alla ricerca di un lavoro stabile, anche ad un’età tutt’altro che giovane".

"I cervelli italiani sono immersi in un coacervo di regole concorsuali spesso gestite in maniera feudale - prosegue la Flc - oppure ristrette a pochissimi numeri poiché lo Stato non garantisce adeguate risorse. Eppure da anni dottorandi, assegnisti, borsisti, collaboratori, ricercatori a tempo determinato contribuiscono con le loro ricerche a punte di avanzamento dei processi culturali e a scoperte innovative in tutti i campi, dalla chimica all’area medica. Si confrontano costantemente in missioni all’estero con i colleghi d’Europa e del mondo e raffrontano tristemente lo stato di riconoscimento professionale che i paesi d’appartenenza riservano loro".

"Invece del cospargimento del capo di cenere oggi e dei tagli domani - spiega il sindacato - , il ministro Tria ed il governo farebbero bene a mettere mano subito alla prossima legge di bilancio per una vera inversione di tendenza: 1,5 miliardi di euro vincolati a reclutamento, sblocco del turn over, separazione normativa delle assunzioni e delle progressioni di carriera, una riforma del pre ruolo che non condanni le giovani generazioni di cervelli a rimanere al palo per anni come in passato. 14 miliardi di euro di perdita all’anno rappresentano il 37% dell’ammontare dell’ultima legge di bilancio 2018. 1,5 mld di euro ne rappresenterebbero lo 0,4%".

Un costo insopportabile per gli equilibri di spesa? Per la Flc "una dichiarazione costa di meno, una contraddizione costa molto molto di più". I sindacato quindi "continua la mobilitazione affinché vi siano condizioni di dignità del lavoro e il fenomeno del precariato selvaggio venga finalmente superato. Negli scorsi giorni all’Università di Modena - Reggio Emilia è stata aperta una breccia per la cura dell’Alzheimer. I cervelli ancora rimasti nel nostro Paese, fautori della scoperta, hanno tutti da anni contratti a termine senza diritti e senza tutele".