La Rai deve riacquistare spazi di autonomia e di pensiero, cambiando rotta dopo le censure reali o auto-indotte che si sono verificate nei giorni del Festival di Sanremo. Questa la posizione della Slc Cgil, che interviene sullo stato della televisione pubblica dopo gli eventi delle ultime ore.

La situazione, infatti, “non fa che confermare l'urgenza di ridare alla Rai gli spazi di autonomia e libertà creativa e di pensiero che sono indispensabili a un’azienda che produce idee, informazione, emozioni”. 

Il sindacato di categoria quindi prosegue: “Fra censure reali ed autocensure indotte dal desiderio di non essere messi in difficoltà, si sta sempre più ingessando la più grande azienda culturale del Paese”.

Un Paese immaginario

La sigla è convinta che “si tratti di pura follia pensare che, mentre il mondo brucia, un grande servizio pubblico di informazione ed intrattenimento debba trasformarsi in un luogo immaginario dove i grandi temi etici, il rifiuto delle guerre o i grandi flussi migratori che sempre più caratterizzeranno un mondo complesso e ogni giorno più ingiusto, siano elusi del tutto o vengano sterilizzati a tal punto da risultare irriconoscibili”.

Da parte sua, il sindacato denuncia da anni questa deriva: “Oggi, a maggior ragione, ci sentiamo in dovere di ribadirlo con più forza: la Rai e le proprie lavoratrici e lavoratori devono tornare ad essere liberi di fare compiutamente e liberamente il proprio lavoro senza essere soffocati dall'ingranaggio delle ‘compatibilità politiche’ che rischiano di trasformarla in un bollettino irreale”.

Così la Rai rischia di morire

Andando avanti di questo passo, “prima o poi, qualcuno in Rai si sentirà in dovere di prendere le distanze anche da C’era un ragazzo che come me amava i Beatles e i Rolling Stones. Peccato che così, un'azienda come la Rai rischi di morire, raccontando un Paese immaginario, quasi fiabesco, lontano dai sentimenti e dalle pulsioni che pervadono nel profondo il Paese”.

Anche percorrendo questa strada, spiega il sindacato, si distruggono i beni pubblici, facendoli percepire ogni giorno più inutili e lontani dal vissuto delle persone. Contro questa deriva, la Slc sarà sempre dalla parte giusta – conclude -, quella della democrazia e del lavoro”.

Studenti caricati a Napoli

A conferma della “difficoltà” di protestare contro l’azienda, arriva l’episodio di Napoli. Gli studenti stavano manifestando davanti alla sede Rai nel capoluogo campano, contro il comunicato dell’amministratore delegato che prendeva le distanze dell’intervento di Ghali, con lo slogan “Stop al genocidio” bene in vista.

I manifestanti sono stati caricati dalle forze dell’ordine, cinque ragazzi e ragazze sono rimasti feriti.