“Le scelte del Governo in materia di tutela del mercato appaiono contraddittorie, ma hanno un unico filo conduttore: la tutela di aree di oligopolio e la penalizzazione delle fasce più deboli della popolazione. Così, mentre si difendono le concessioni balneari sottraendole al mercato e non si apre il mercato delle licenze dei taxi, si dettano scadenze e modalità ultimative per il superamento del mercato tutelato dell’energia elettrica”. Così, in una nota congiunta, il segretario confederale della Cgil Pino Gesmundo e il segretario generale della Filctem Cgil Marco Falcinelli.

“Questa scelta, che interessa circa 10.600.000 utenze sul totale dei 31,1 milioni di utenze domestiche – spiegano i dirigenti sindacali – rischia di gravare sulle fasce più deboli della popolazione che già soffrono per gli aumenti dell’inflazione. A conferma di ciò sono i consumi unitari delle famiglie attualmente nel mercato tutelato che risultano più bassi di oltre il 15% annuo di quelli delle famiglie a mercato libero, con un divario che è in aumento rispetto al 2021”.

“Inoltre, a conferma di quanto sopra, in termini di percentuale di mercato sull’energia consumata, l’attuale segmento del mercato a maggior tutela, assorbe solo l’8,7% dei volumi dell’intero mercato elettrico. Non si capisce quindi – aggiungono Cgil e Filctem – né la necessità né l’urgenza e la tassatività del processo di superamento della maggior tutela.  Evidenziamo poi forti criticità circa tempi e modalità che possono creare incertezza e confusione nel mercato, finendo per danneggiare sia i clienti che i lavoratori delle imprese che operano nel mercato dell’energia”.

Gesmundo e Falcinelli sottolineano che “nel resto del mondo il superamento della maggior tutela si è favorito con un processo spontaneo, in cui è il cliente a fare le proprie scelte con informazioni adeguate. Un cambiamento repentino basato su meccanismi come quelli scelti dal Governo, a partire dalle aste, può creare incertezze nei clienti e può avere ripercussioni sui lavoratori del settore, spostando contratti da un operatore all’altro, con le società di vendita che vedranno così variare improvvisamente i propri volumi di lavoro”.

“La soluzione – concludono i due segretari – è permettere ai clienti delle compagnie elettriche di scegliere autonomamente e ai lavoratori e alle aziende di affrontate il cambiamento in maniera non traumatica. Chi sceglie il libero mercato deve essere messo in condizioni di farlo con piena consapevolezza e non trovandosi nella condizione di non sapere come orientarsi”.