Venezia-Palermo: un testa coda per dire purtroppo sempre le stesse cose. In Italia il diritto allo studio è calpestato ovunque. Cominciamo da Palermo. Valerio Quagliano, dell’Udu della città siciliana, ci fornisce numeri che non lasciano dubbi: ”La percentuale di copertura delle borse di studio è di circa il 47 per cento. Il 15 dicembre sono state pubblicate le graduatorie dell’Ersu Palermo (l’ente per il diritto allo studio universitario, ndr) per l’anno accademico 23-24 e il dato è drammatico: gli assegnatari di borsa di studio sono solo 6.360 studenti e studentesse su 13.560 idonei”.

Del resto i fondi a disposizione erano insufficienti, circa 26 milioni che, attacca Quagliano, “non bastano per ricoprire la totalità delle richieste degli studenti e delle studentesse che hanno tutti i requisiti necessari per ottenere i benefici economici”. Secondo una stima Udu che tiene conto di un importo medio delle borsa di studio, per arrivare alla copertura del 100% serviranno non meno di altri 20 milioni. “È una vergogna – ci dice Quagliano – e proprio per questo oggi (22 dicembre) manifestiamo presso la piazza del Parlamento siciliano, davanti alla sede dell’Ars”.

Stessa musica a Venezia dove “1.654 studenti sono rimasti senza borsa di studio”, racconta Angelica Morresi, dell’Udu. Ma il problema riguarda tutto il Veneto. “Dopo la pubblicazione delle graduatorie definitive nei vari atenei, il numero degli studenti che non riceveranno la borsa di studio regionale per mancanza di risorse, i cosiddetti idonei non beneficiari, sfiora i 6.500 – dice Morresi –. Il doppio degli idonei non beneficiari dello scorso anno che, peraltro, non hanno ancora ricevuto tutti il sussidio promesso ancora a fine settembre. Da anni denunciamo questo problema ma non ci arriva alcuna risposta”.

Per questo studenti e studentesse hanno organizzato lo scorso 22 dicembre una manifestazione sotto il Consiglio regionale del Veneto, durante la discussione del bilancio. Durante la protesta i tre rappresentanti delle Esu (l’Azienda regionale per il diritto allo studio universitario, ndr) provinciali sono stati auditi dai capigruppo, maggioranza compresa. Il risultato però è stato ben lontano dalle aspettative “è stato deliberato un aumento di risorse per 850.000 euro - conclude Morresi - uno stanziamento totalmente insufficiente”.

Agli studenti e alle studentesse non resta che continuare le loro battaglia. Sperando che prima o poi qualcuno li ascolti: non solo il governo, ma anche le Regioni, che hanno un ruolo altrettanto importante per quanto riguarda il diritto allo studio.