Se digitiamo sul web (l’enciclopedia del ventunesimo secolo) le parole divario/gap, Sud, Nord e Italia, compare un elenco infinito di articoli, studi e notizie che riguardano i temi più disparati, dal Pil alla sanità, dall’occupazione alle infrastrutture, dai giovani alla qualità della vita e all’istruzione. Un problema sempre definito annoso e ormai cronico quello delle disuguaglianze territoriali nel nostro Paese, ma la soluzione del quale non vede in campo piani che vadano al di là delle misure tampone. 

Senza Rdc

Anche le recenti politiche governative sembrano confermare la tendenza. Si può partire dallo stop al reddito di cittadinanza, del quale nel Mezzogiorno sono state private mezzo milione di persone, su un totale nazionale di 900 mila. A essere maggiormente colpita è la Campania, con 200 mila percettori di Rdc che si vedono ora privati del sostentamento a fronte di politiche attive per il lavoro che non decollano.

Senza infrastrutture

Vi sono poi le recenti notizie che riguardano il Pnrr: il governo ha programmato una rimodulazione di parte dei fondi che va a penalizzare la costruzione e l’ammodernamento delle infrastrutture al Sud, in primo luogo quelle che riguardano il trasporto ferroviario. Tra i progetti definanziati, ci sarebbero interventi alla linea ferroviaria Roma-Pescara, il raddoppio della Falconara-Orte, ma anche la velocizzazione della linea Lamezia Terme- Catanzaro e della Sibari-Porto Salvo in Calabria. La maggioranza di governo tenta di smentire l’operazione, ma l’opposizione cita i documenti di una seduta di giugno del Cipess (Comitato interministeriale per la programmazione economica e lo sviluppo sostenibile).

Il dirottamento di denaro verso il Nord prende a pretesto il scarso avanzamento dei progetti in atto nel Mezzogiorno, che ha assistito al depauperamento di personale nelle pubbliche amministrazioni, in termini quantitativi e qualitativi. Un fattore, quest’ultimo, che rende molto difficile l’accesso ai fondi del Next generation Eu. 

Senza il diritto alle cure

C’è poi il capitolo sanità. Basti citare il rapporto Gimbe che indica come regioni inadempienti in materia di servizi sanitari, totalmente o in parte, Calabria, Campania, Molise, Sardegna e Sicilia. L’esito è quello dei cosiddetti viaggi della speranza, pazienti costretti ad andare nelle strutture del Nord per avere le cure adeguate, anche perché nelle strutture ospedaliere non si procede da tempo con nuove assunzioni. Non finisce quindi di spaventare l’autonomia differenziata che il ministro Calderoli vorrebbe portare a compimento.

Senza protezione dai cambiamenti climatici

A mettere il carico da novanta ci sono i cambiamenti climatici. Secondo uno studio di Bankitalia, l’innalzamento delle temperature, quindi l’eccessivo caldo, si riverbera sull’economia del Sud. Basterebbe pensare ai lavoratori edili messi in cassa integrazione durante le recenti ondate di caldo, ma la Banca d’Italia dettaglia i suoi dati sulla diminuzione del Pil legata a una crescita delle temperature e spiega che la riduzione delle aziende, soprattutto quelle agricole, aumenterà nelle aree sul Mediterraneo, così come le imprese di costruzioni e manifatturiere. Viceversa, aumenteranno nelle zone temperate.

In questo modo al Mezzogiorno non resterà che un’economia basata su turismo e servizi. A rendere le imprese del Sud più vulnerabili anche le loro ridotte dimensioni che consistono in un'altra annosa criticità delle regioni interessate. Bankitalia spiega però che potrebbero essere proprio le misure del Pnrr a rendere le imprese più resilienti, ma il condizionale, viste anche le ultime notizie in merito, è d’obbligo e le previsioni vedono i divari tra Nord e Sud d’Italia farsi sempre più ampi. 

Senza smettere di battersi

Tutti questi fattori, sommati ad altri, vanno inoltre a incidere sulla desertificazione delle aree meridionali, sul loro spopolamento, soprattutto di giovani, dando vita a un circolo vizioso, rappresentato dal classico cane che si morde la coda. Dai territori, ci sono amministratori, sindacalisti e associazioni che continuano nel loro grido d’allarme, lanciato con determinazione, perseveranza e fattività, benché all’orizzonte ancora non si riesca a vedere un piano organico che possa fare ben sperare per una crescita sicura e costante del nostro Sud.