“Novantasette interdittive antimafia da inizio anno denunciano un sistema che negli anni ha subito colpi importanti ma che è ben lontano dall’essere debellato”. Così Cristian Sesena, segretario generale della Camera del Lavoro di Reggio Emilia che si è costituita parte civile nei processi Aemilia e Grimilde, esprime seria preoccupazione per le infiltrazioni malavitose tuttora presenti nel territorio reggiano e in tutta l’Emilia Romagna. Infiltrazioni che il sindacato di Via Roma ha denunciato e continua a denunciare, per tutelare quelle che sempre sono le prime vittime dell’illegalità: i lavoratori.

"Non ultima, l’operazione 'Radici ha fatto emergere come nella nostra Regione l’infiltrazione mafiosa, lo sfruttamento dei lavoratori, il radicarsi nel tessuto produttivo, attraverso la rilevazione di aziende in crisi, che poi diventano centrali di riciclaggio di denaro illecito, sia ora mai un dato strutturale. Le dichiarazioni del Procuratore reggente, Lucia Musti, che all’inizio dell’anno giudiziario definiva la nostra Regione 'Terra di Mafia' sono sempre più plastiche, proprio per questo, seppur il processo Aemilia abbia confermato in Cassazione tutte le condanne, i vari e numerosi processi alle cosche ‘ndranghetiste dimostrano che nel nostro territorio si continuano a fare affari sporchi con l’aiuto di professionisti", prosegue il dirigente sindacale.

“Riteniamo che si sia fatto tanto ma che ancora tanto si debba fare, soprattutto sul piano culturale, per evitare pericolosi processi di rimozione collettiva che appaiono sempre dietro l’angolo – scrive in una nota la Cgil provinciale - Non è il momento di abbassare la guardia e non sono accettabili operazioni opache di riduzionismo finalizzate a minimizzare responsabilità oggettive. Il riferimento è alle esternazioni del candidato sindaco di Cutro, Antonio Ceraso”. “La teoria delle poche mele marce che infettano con la loro presenza il raccolto si scontra con le verità processuali e con il report dell’attività della Prefettura, a cui va il nostro appoggio e il nostro ringraziamento per il lavoro certosino compiuto in questi mesi”, conclude la Camera del lavoro locale, che continua ad auspicare un maggior impegno da parte di tutti per far funzionare strumenti importanti, quali la Consulta della legalità che ancora oggi non è stata messa nelle condizioni di esprimere tutto il suo potenziale.