Non ci sarebbero più speranze di trovare altri superstiti del naufragio di martedì nel sud del Peloponneso: i migranti morti potrebbero essere addirittura 600, la peggiore strage in mare di sempre. Sono invece 104 i sopravvissuti, ricoverati nell’ospedale di Kalamata, tra loro anche minori non accompagnati. Fino a ora sono stati recuperati in mare 78 corpi. Dai racconti dei superstiti si confermerebbe la tremenda notizia secondo la quale nella stiva ci fossero 100 bambini. In tutto, sull’imbarcazione, c’erano probabilmente 750 di varia provenienza, Pakistan, Egitto, Siria. A Kalamata stanno arrivando i parenti dei naufraghi, sono mariti, fratelli, madri che vivono in Germania, in Olanda e in altri Paesi europei.

Ancora una volta la richiesta di soccorso lanciata dall’imbarcazione è rimasta inascoltata per ore. L’imbarcazione sarebbe partita vuota dall’Egitto per caricare poi i migranti a Tobruk, in Libia. Quindi avrebbe ripreso la rotta verso l’Italia per poi ribaltarsi nelle acque greche. Lo scorso martedì anche il Centro di coordinamento del soccorso marittimo italiano aveva ricevuto una e-mail che informava della presenza di un barcone in difficoltà con a bordo circa 750 migranti aveva contattato subito la Guardia costiera greca (quella di competenza dell’area), fornendo tutte le informazioni utili per le operazioni di soccorso.

Le notizie che arrivano dalla Grecia aprono uno squarcio sul traffico di migranti dalle coste nord africane. Le autorità greche hanno arrestato 9 uomini egiziani, accusati di organizzazione criminale e provocato naufragio. I migranti avrebbero pagato ai trafficanti dai 5 ai 6 mila euro per il viaggio verso l’Italia. Intanto l'Unione europea, in una riunione, non riesce a trovare un accordo sui soccorsi.