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Una folla enorme, decine di migliaia di persone hanno invaso il centro di Budapest, nonostante il divieto imposto dal premier ungherese Orban. Il Pride si è svolto come in qualsiasi altra città occidentale, in un clima di festa, tra canti e balli, bandiere e striscioni. In testa al corteo il sindaco della città, Gergely Karácsony, accolto dall'ovazione della folla. Anche la folta delegazione di deputati ed eurodeputati del centrosinistra europeo si è unita al corteo. La Cgil ha partecipato al Pride di Budapest, insieme alla Confederazione europea dei sindacati (Ces) e a delegazioni di altre organizzazioni sindacali europee
“Una scelta necessaria e convinta di fronte al grave attacco portato avanti dal governo ungherese, reazionario e di estrema destra”, che ha vietato lo svolgimento del Pride, conferendo al divieto una presunta legittimazione di livello costituzionale. Si tratta di un vulnus gravissimo ai principi fondativi dell’Unione Europea e dello stato di diritto”. Lo ha dichiarato la segretaria confederale della Cgil Lara Ghiglione e il responsabile dell’Area delle Politiche Europee e Internazionali della Cgil nazionale Salvatore Marra.
Per la Cgil è allarmante constatare come queste politiche illiberali si stiano radicando nel cuore dell’Europa, “senza una risposta adeguata da parte delle Istituzioni europee”. Dinanzi al silenzio delle autorità comunitarie, la Cgil ritiene “doveroso far sentire la voce del sindacato al fianco delle persone discriminate, per affermare che nessuno deve essere lasciato solo nella difesa delle proprie libertà individuali e collettive”.
La Cgil ha sfilato con i sindacati ungheresi indipendenti “affinché vengano rispettati i principi fondamentali di Oil e Onu in materia di lavoro e di diritti umani”. Ghiglione e Marra concludono dichiarando che il sindacato è in piazza “per esprimere un netto rifiuto della deriva totalitaria e liberticida che sta caratterizzando le cosiddette ‘democrature’ anche in Europa, con un effetto contagio al quale, purtroppo, non è estraneo nemmeno il nostro Paese con leggi come il decreto sicurezza”.