È davvero quanto meno bizzarro che da il lato il ministro dell’economia Giorgetti afferma che la dismissione di Poste Italiane sarebbe poco conveniente perché verrebbero meno i dividenti annuali assai cospicui, e dall’altro annuncia al Parlamento di vendere l’interro pacchetto azionario di Poste di proprietà statale.

“Le parole del ministro Giorgetti attestano, oltre ogni ragionevole dubbio, lo stato di confusione in cui versa il Governo riguardo la svendita di Poste Italiane”. È il commento di Nicola Di Ceglie, Segretario nazionale Slc Cgil, a quanto reso noto dal titolare del Dicastero dell’Economia durante l’audizione alla Camera.

Il piano dell’Esecutivo di dismettere l’intera quota è “una decisione scellerata che non risponde neanche agli obiettivi enunciati, di fronte alla quale -assicura il sindacalista- proseguiremo ogni azione di contrasto utile a fermare un progetto insensato”.

Inoltre, Di Ceglie chiede quale sia “la ratio di questa operazione, dal momento che lo stesso ministro ha chiarito l’impatto negativo che avrebbe sui conti dello Stato, ammettendo che i dividendi garantiti annualmente da Poste sono superiori ai risparmi che deriverebbero dalla cessione dell’azienda”.

“Davvero non si scorge il senso di questa vendita -valuta il dirigente Slc - se non il goffo tentativo di giustificare l’ingiustificabile, ossia elargire lauti profitti ai pochi soggetti privati che la acquisiranno, privando lo Stato di un’azienda che macina utili consistenti e che svolge, al contempo, un ruolo nevralgico nella tenuta sociale e nella coesione territoriale del Paese”.