La Filt Cgil del Friuli Venezia Giulia esprime forte preoccupazione per l’intera economia mondiale  a causa della paventata chiusura dello stretto di Hormuz, considerando che da li transita il 20% del petrolio destinato al mondo intero tenuto conto che l`Iran è il nono produttore mondiale con i suoi circa 3,3 milioni di barili di petrolio al giorno oltre alle ingenti quantità di gas naturale.

Il sindacato fa inoltre sapere di essere “particolarmente attento agli sviluppi che tale decisione dell’Iran potrebbe comportare non solo per gli equilibri geopolitici ma anche per le evidenti ricadute sull’intero cluster marittimo/portuale già fortemente provato dagli attacchi Houthi.

La chiusura dello stretto genererebbe un danno economico pesante anche per il nostro Paese considerando che l’interscambio commerciale tra i Paesi del Golfo e l’Italia vale 32,6 miliardi ovvero 16,2 per l’import e 16,4 per l’export. Subiremmo una immediata impennata dei prezzi del greggio, carenze energetiche ed un deciso aumento dei costi industriali a partire da quello del trasporto immaginando gli impatti sulla libera navigazione oltre che sulla sicurezza degli equipaggi”.

La Filt Cgil FVG sollecita quindi al neo commissario dell’Autorità di Sistema portuale del Mare Adriatico orientale, Antonio Gurrieri, l’individuazione di una cabina di regia o tavolo di crisi capace di avviare un monitoraggio costante sugli sviluppi della chiusura annunciata per essere preparati alle evenienze del caso considerando l’importanza e la strategicità dei porti di Trieste e Monfalcone nel panorama della portualità di questa regione nonché di tutto il Paese.