Uno degli articoli più rilevanti del Decreto che mentre scriviamo ancora non è stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale, è quello di cui forse si è parlato meno. Riguarda tutti i cittadini e le cittadine italiane che ad ogni legge di bilancio hanno vissuto come una spada di Damocle sulla propria testa la ricerca di risorse per il contenimento del deficit dello Stato imposto da Bruxelles. Risorse non trovate equivalevano a aumento delle imposte sul valore aggiunto, la famigerata Iva. Ebbene, l’art. 130 cancella definitivamente le clausole di salvaguardia. Insomma nella prossima legge di bilancio, e in quelle future, non avremo la zavorra di 19,8 miliardi sui 26 autorizzati. Cancellando definitivamente questa norma predefinita, le politiche fiscali dei prossimi anni partiranno da scenari tendenziali più aderenti alla realtà permettendo, peraltro, di utilizzare magari per investimenti le risorse ogni anno necessarie a “coprire” le clausole stesse.  E i provvedimenti di natura fiscale non finiscono qui. Facciamo un passo indietro ed incontriamo l’articolo 27, quello che cancella il versamento del saldo Irap sui redditi 2019 e il primo acconto (40%) sui redditi 2020 per tutte le imprese con ricavi fino a 250 milioni di euro.

Tutte le imprese, quelle che nelle settimane di #tuttiacasa hanno subito la riduzione di fatturato e quelle, dalle farmaceutiche al settore alimentare, che invece l’hanno visto implementare. Nelle casse dello Stato mancheranno tra i 4 e i 5 miliardi, ed è bene ricordare che l’Irap è l’imposta che finanzia il Servizio Sanitario che sappiamo bene aver bisogno di maggiori risorse anche in via ordinaria, non di ulteriori tagli. Abolire le tasse, è ovvio non si può e non sarebbe nemmeno equo. Ma c’è chi davvero al momento è in difficoltà a pagarle, una parte dei tributi sono stati posticipati con precedenti provvedimenti ed allora l’art. 131 prevede che i tributi a vario titolo sospesi dall'articolo 18 del DL 23/20 dovranno essere restituiti, senza interessi, dal 16 settembre in un'unica soluzione o in un massimo di 4 rate mensili. Andare oltre non si potrà altrimenti cambierebbero i saldi di cassa previsti dalla legge di bilancio.

Il governo ha pensato anche a quanti erano stati sottoposti ad accertamento tributario o si erano visti consegnare cartelle esattoriali: con gli articoli 155, 160, 161, 163, 165, 168 si prevede che anche sanzioni già accertate o somme a vario titolo da restituire (da controllo automatizzato, ruoli in rateazione, adesione, conciliazione, rettifica, addirittura indebiti previdenziali ed i pignoramenti del quinto) possano essere posticipate, le rate sospese e riprese negli ultimi mesi del 2020(con varie scadenze da norma a norma). Allo stesso modo si sospendono alcune attività degli enti riscossori e si concede nei fatti un prolungamento di un anno all'Agenzia delle Entrate nella notifica degli atti che, tuttavia, non potranno essere consegnati fino al 31 dicembre 2020. Tutto giusto, occorrerà però vigilare, sottolineano dalla Cgil, che non si trasformi in un condono silenzioso.

Dalle tasse passiamo agli incentivi, anche se sempre di incentivi fiscali si tratta. Ma davvero cospicui parliamo del 110% di detrazione fiscale per efficientamento energetico interventi antisismici di immobili, condomini e luoghi di lavoro. In sostanza l’articolo 128 prevede che possa usufruire della detrazione chi provvederà dal 1 luglio di quest’anno al 31 dicembre del 2021 a lavori di efficientamento energetico quali: isolamento termico dell’immobile – il cosiddetto cappotto -, la sostituzione di impianti di riscaldamento e di produzione di acqua calda sia condominiali che unifamiliari. E si gioveranno di questa percentuale di detrazione anche l’istallazione di impianti fotovoltaici o di colonnine per la ricarica di auto elettriche collegati a patto che vengano realizzati insieme ai primi. Stessa opportunità anche per la realizzazione di misure antisismiche nelle zone al alto rischio terremoto.

Ottime notizie dicono a Corso di Italia ma si sarebbe dovuto fare di più per incentivare davvero alcune filiere di economia green magari sostenendo alcune filiere produttive sostenere la riconversione in industriale di alcune produzioni. Positivo, certo, da questo punto di vista sono le misure mirate ad incentivare la mobilità sostenibile attraverso incentivi per l’acquisto di biciclette e monopattini (fino a 500 euro), ulteriori bonus per la rottamazione di automobile obsolete, sostegno per l’acquisto di abbonamenti per il trasporto locale. E si stanziano risorse per implementare le piste ciclabili nelle città. Buone notizie, certo, ma maggiore attenzione e risorse bisognerebbe destinare all’ammodernamento e all’implementazione del trasporto pubblico locale

Infine tra i diversi sostegni a chi è in difficoltà ve ne è uno importante, l’art. 32 del Rilancia Italia destina 140 milioni per incrementare il Fondo per il sostegno agli affitti, un segnale certamente positivo, così come positivo è la dotazione di 400, destinata agli Enti Locali, per fronteggiare l’emergenza alimentare. Ma si sarebbe dovuto fare di più. La Cgil aveva chiesta l’unificazione del Fondo Affitti con quello per le morosità incolpevoli e la destinazione di maggiori risorse.