"Stiamo assistendo ancora una volta a uno spettacolo imbarazzante e ridicolo, se non fosse che in gioco c'è il destino di centinaia di migliaia di persone già presenti in Italia e costrette da tempo all'invisibilità e a dover subire sulla propria pelle i ricatti che inevitabilmente la condizione di soggiorno irregolare comporta: impossibilità di avere un contratto di lavoro, e quindi nessuna tutela e inevitabile sfruttamento lavorativo; impossibilità di avere una casa e di provvedere al sostentamento della propria famiglia e quindi marginalità sociale; impossibilità di poter accedere al sistema sanitario e quindi salute precaria, con rischi altissimi per se stessi e per gli altri, soprattutto in tempi di pandemia". Lo afferma Ero Straniero, una campagna promossa da: Radicali Italiani, Oxfam Italia, Fondazione Casa della carità, Arci, Asgi, Centro Astalli, Cnca, A Buon Diritto Onlus, Fcei - Federazione Chiese Evangeliche in Italia, ActionAid Italia, Legambiente Onlus, Acli, Cild, Ascs - Agenzia Scalabriniana per la Cooperazione allo Sviluppo, Aoi, con il sostegno di numerosi sindaci e decine di organizzazioni, tra cui la Cgil.

"Di questo parliamo quando chiediamo un provvedimento di regolarizzazione: dare a queste persone la possibilità di vivere e lavorare legalmente, garantendo diritti e tutele per una maggiore sicurezza lavorativa, sanitaria e sociale, per tutti. - prosegue la note - E con nuove entrate fiscali e contributive, preziosissime, in questo momento. Proprio per queste ragioni non e' accettabile pensare a permessi temporanei e precari, che non andrebbero a intaccare il fenomeno dell'irregolarità: l'intervento del governo non solo e' necessario ma, oggi più che mai, deve essere il piu' ampio possibile, rivolto a tutti i settori lavorativi e con permessi di soggiorno almeno di sei mesi, rinnovabili, per garantire a tutti la possibilità di continuare a vivere legalmente e dignitosamente nel nostro Paese".

I promotori della campagna Ero Straniero questa richiesta la pongono da tempo, anche attraverso una proposta di legge popolare depositata alla Camera a fine 2017 e su cui è stato svolto un lavoro prezioso nell'ultimo anno alla Camera col confronto di esperti e rappresentanti delle diverse realtà produttive, delle parti sociali e delle istituzioni competenti in materia di immigrazione. "Ci rivolgiamo quindi al Presidente del Consiglio - concludono le associazioni - affinché si intervenga con una misura che sia realmente efficace, pragmatica e a lungo termine, tenendo fuori gli scontri interni alla maggioranza e guardando al bene del Paese".