“Non ci possono essere lavoratrici di serie A e lavoratrici di serie B”. È molto netta la protesta della Flc Cgil nazionale contro le storture del cosiddetto “bonus mamme”, ossia l’esonero contributivo fino a 3 mila euro previsto dalla legge di bilancio 2024 per le lavoratrici madri con rapporto di lavoro a tempo indeterminato.

“Dopo aver denunciato – spiega il sindacato – la grave e illegittima discriminazione ai danni delle lavoratrici precarie della misura di decontribuzione spettante alle madri con due o più figli, abbiamo presentato ricorsi pilota nei confronti della norma”.

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La Flc comunica anche di aver “notificato e depositato il ricorso al Tribunale amministrativo regionale (Tar) del Lazio contro l’applicazione della norma nel settore della scuola, unitamente a due lavoratrici del comparto”.

La categoria Cgil, in conclusione, ricorda che “le lavoratrici precarie rappresentano una parte significativa dell'organico della scuola”, assicurando il proprio “impegno, anche attraverso azioni legali, affinché vengano riconosciuti e riaffermati princìpi in tema di parità di trattamento tra lavoratici a tempo determinato e a tempo indeterminato”.