"L'Europa sta vivendo la più grande crisi politica dal dopoguerra, ma sono in pochi ad affrontare questo tema. Siamo nel mezzo di una crisi che è soprattutto di leadership e di pensiero. Non vedo nei soggetti che decidono l'idea di quello che fanno e la sensazione che si ha è che il contingente sia l'unica misura per le politiche che si stanno attuando". Così la segretaria generale della Cgil Susanna Camusso nell'intervento conclusivo al convegno "Per l'Europa. Ripartiamo dal manifesto di Ventotene" oggi (24 luglio) a Ventotene.

"Ma ‎se parliamo di Europa - continua - parliamo di politica. E noi abbiamo uno straordinario bisogno di politica, ispirata ai principi del socialismo europeo. Fino a ‎oggi non abbiamo visto segnali di cambiamento.‎ Il nostro presidente del consiglio Renzi subito dopo che il consiglio europeo si era pronunciato sul caso Grecia ha sostenuto la necessità che l'Europa dovesse cambiare. Nel giro di una settimana, parlando della legge di stabilità, ha però ridimensionato di molto questo suo pensiero, accontentandosi di un po' più di flessibilità sul deficit. Non è così che si cambia l'Europa".

"Siamo in un paese che si sta scavando la fossa - dice ancora Camusso -. I nostri giovani se ne vanno. La risposta non è nei sussidi, è nella creazione di lavoro. I giovani se ne vanno per crearsi un futuro, un progetto di vita. Ridurre le tasse non basta, serve una politica redistributiva. Bisogna fare politica anche rispetto al debito. Ed è un messaggio che vogliamo lanciare qui da Ventotene. Occorre fare in Europa una conferenza sul debito e vorremmo che il nostro paese ne fosse il promotore. Siamo venuti qui a Ventotene perché siamo convinti che politica sociale e mondo del lavoro facciamo parte di un concetto chiamato pace. Se si fa la guerra al lavoro si costruiscono le condizioni per nuovi conflitti. E i conflitti portano sempre a un peggioramento delle condizioni dei soggetti più deboli".

Ventotene è un luogo speciale, di forte valenza simbolica. Qui, 74 anni fa, fu scritto il Manifesto di Ventotene, il cui titolo originale recitava: “Per un’Europa libera e unita. Progetto di un manifesto”. Tre antifascisti condannati al confino sull'isola – Altiero Spinelli, Ernesto Rossi, Eugenio Colorni – elaborarono un documento che delineava le linee guida di quella che poi sarà la Carta dei diritti fondamentali dell’Unione Europea.

“Siamo qui, non a caso, in un momento di forte crisi per l’Unione, per effetto delle sue politiche”, afferma il segretario generale della Cgil di Roma e del Lazio, Claudio Di Berardino, che ha aperto la discussione: “Gli autori di quel manifesto auspicavano un’Europa fondata sugli ideali di solidarietà, democrazia e autodeterminazione dei popoli. E quindi ben diversa da quella di oggi, che parla solo di austerità e di rigore, che indebolisce i diritti dei lavoratori, l'Europa della finanza e delle banche. Di questo siamo tutti consapevoli". "Per noi, per la Cgil, - aggiunge - l’Europa del Manifesto di Ventotene resta il vero ideale di Europa, l’Europa da costruire, l’Europa del futuro. E per questo oggi siamo qui, per lanciare un ulteriore messaggio ai lavoratori, ai pensionati, ai giovani, ai cittadini, per dire: l’alternativa c’è. Costruiamola insieme. Noi seguiteremo a impegnarci in tale direzione senza mollare mai. Poggiando sulla nostra autonomia continueremo a ricercare interlocuzioni e partecipazioni più larghe per dare forza a questo obiettivo".

“‎La pace può essere raggiunta solo con l'autodeterminazione dei popoli, la libertà e la democrazia e assicurando una prospettiva di crescita e un futuro alle giovani generazioni. Sono questi i concetti fondamentali contenuti nel manifesto di Ventotene". Così, il segretario generale della Cgil di Frosinone-Latina Anselmo Briganti nel suo intervento. "Eppure - continua - gli obiettivi propugnati in quel documento rischiano di allontanarsi sempre più in un'Europa così disarticolata e lacerata, che fatica ad affermare i valori della solidarietà e della condivisione”.