Il quadro della Toscana che emerge dall’analisi dei principali indicatori economici nel terzo trimestre del 2017 è quello di una regione che prosegue lentamente la sua ripresa. Una ripresa che confermando le tendenze del primo semestre beneficia prevalentemente di una congiuntura positiva del ciclo internazionale legata ancora ai bassi tassi di interesse, al basso prezzo del petrolio e ad una crescita della domanda globale. Una dinamica positiva che porta a ritenere, in termini previsionali per il 2017, possibile una chiusura al rialzo delle stime del Pil regionale intorno all’1,4%.

Un buon andamento trainato per la Toscana ancora dall’export che si attesta, rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente (secondo trimestre), con un “segno più” nella misura dell’8,8% in tutti i settori produttivi (agricoltura, meccanica, moda, industria estrattiva) seppur con diverse intensità a seconda dei settori e dei comparti interni a ciascun settore. Le performances più significative dell’export regionale riguardano i mezzi di trasporto (+27,7%), il TAC (+7,3%), l’industria estrattiva (35,9%) e l’altra industria (+19,3%) e infine l’agricoltura (+7,2%).

Anche i territori mostrano andamenti positivi e molto positivi con l’unica eccezione della provincia di Arezzo (-3,4%). In termini previsionali l’export toscano dovrebbe subire sulla base delle stime Prometeia un forte rallentamento nel biennio 2018/19. Una previsione che porterebbe, coerentemente, ad un’attenuazione del tasso di crescita che nel 2018 tornerebbe ad attestarsi poco sopra l’1% con una tendenza dei consumi delle famiglie ancora molto prudente per effetto della dinamica ancora modesta delle retribuzioni reali e di un potere d’acquisto fortemente condizionato da una occupazione sempre più precaria.

Proprio il crollo della qualità dell’occupazione nel trimestre in esame rappresenta la più forte incognita sulla stabilità della ripresa in atto, già minata dal rallentamento dell’attività di investimento che segna una variazione negativa dell’1%. Tornando all’occupazione si deve salutare positivamente l’aumento, secondo i dati Inps, delle assunzioni per lavoro dipendente pari a 68 mila posizioni con un incremento del 22,9% rispetto allo stesso periodo dell’anno precedente, ma si deve evidenziare il crollo delle assunzioni a tempo indeterminato che si colloca al 16,2%, cioè a meno di un quinto del totale con un forte aumento del lavoro a termine e dell’apprendistato.

Un dato, quindi, che si presta a letture positive ma anche molto negative come anche nel caso del tasso di disoccupazione che se considerato secondo i dati Istat porta ad un calo sensibile attestandosi al 7,5% rispetto al 9,1% dello stesso trimestre del 2016, ma se letto con le lenti della “disoccupazione amministrativa”, certificata dai centri per l’impiego, porta il numero dei disoccupati da 129 mila a 245mila con una percentuale di disoccupazione che passa dal 7,5% al 12,4%. Conforta, anche in questo caso con le dovute cautele, il calo della cassa integrazione che si attesta al -31,8% con un calo di circa dieci milioni di ore rispetto allo stesso periodo del 2016. Una diminuzione che riguarda tutti i settori ed in particolare le province di Siena, Massa, Pisa e Firenze, ma che evidenzia una diminuzione comunque inferiore al dato nazionale del -40%.

Una lettura, quindi, estremamente prudente tenendo conto del significativo aumento nei primi mesi del 2017 del numero di percettori di prestazioni di sostegno al reddito. Un aumento complessivo del 21,3% che rappresenta una spia preoccupante sul reale stato di salute dell’economia toscana. Uno stato di salute ancora, nella migliore delle ipotesi, convalescente come appare anche dal calo di oltre 21 miliardi di impieghi vivi che il sistema del credito ha erogato in regione con una dinamica più marcata nel 2017 rispetto al 2016 e con dati record negativi sia per le costruzioni che per l’industria e i servizi.

Concludendo si può affermare che si conferma la dinamica positiva in termini di crescita dei primi due trimestri del 2017 ma che essa sembra poggiare più su elementi congiunturali esterni che su fattori regionali di sviluppo che si consolidano. In quest’ottica il crollo delle assunzioni a tempo indeterminato e l’aumento delle prestazioni di sostegno al reddito confermano in pieno le argomentazioni di chi guarda al futuro del nostro paese, ma anche della nostra regione, con consapevole e responsabile preoccupazione.

Gianfranco Francese è presidente Ires Toscana