Abbiamo incontrato il segretario generale di Ccoo, Unai Sordo, nella sede del sindacato catalano a Barcellona, in via Laietana. Gli abbiamo chiesto di parlarci del risultato delle elezioni del 10 novembre, della nascita di un possibile governo progressista e di quali sono le rivendicazioni del sindacato spagnolo.

Rassegna In meno di 48 ore si è fatto l’accordo tra Psoe e Podemos. I sindacati avevano già sostenuto questa soluzione ad aprile: è stato un errore tornare a elezioni?

Sordo Penso che sia stata una imprudenza, ma ormai è successo. Giudicammo molto negativamente non aver fatto un governo nella passata legislatura; si è tornati a votare, c’è stato un indebolimento delle due forze della sinistra, non così intenso, ma con una perdita di seggi. Il grande problema della ripetizione elettorale è stata l’irruzione dell’estrema destra a livelli che non si prevedevano nel Paese.

Rassegna Che cos’è l’estrema destra di Vox?

Sordo È un partito che nasce da una rottura con il Pp, da quadri che vengono da questo partito e che sta provando a riprodurre in Spagna altri fenomeni estremi di nazional-populismo, come si è visto in Francia dagli anni ottanta.

Rassegna È franchista?

Sordo È evidente che c’è una base franchista. Molti dei suoi dirigenti hanno un’ideologia prossima al franchismo. Penso che tenterà un percorso di evoluzione per arrivare alle classi lavoratrici, perché è un partito molto di élite, tutti i suoi responsabili provengono dalla élite imprenditoriale meno dinamica della Spagna. Un partito che emerge come reazione a tutto quello che succede in Catalogna, ma in Vox vi sono altre componenti di carattere xenofobo, di carattere ultra-nazionalista spagnolo, con idee molto reazionarie. Sul piano economico sono ultraliberisti, anche se proveranno a evolvere in altro senso; per il momento, pesa molto la sua componente di élite nella proposta economica.

Rassegna Però hanno già riscosso consenso in alcuni quartieri popolari...

Sordo Sì, assorbendo parte del voto di Ciudadanos tra la classe media che ha aspirazioni, perché la crisi ha generato una rottura di aspettative enorme per questa gente. Una parte della popolazione ha cercato rifugio in nuove espressioni politiche progressiste come Podemos. Mentre un’altra parte, mossa da questioni come quella catalana o l’immigrazione, o in difesa di “costumi spagnoli” per esempio nel trattamento degli animali, dei tori, ha messo in 52 seggi una forza che considero pericolosa e anticostituzionale.

Rassegna Per l’investitura di Sánchez c’è bisogno dell’astensione di una parte dell’indipendentismo catalano e basco, come si ottiene?

Sordo Penso che il Pnv non bloccherà questa soluzione politica e voglio proprio vedere che farà Bildu, non so in base a cosa bloccherebbe un governo progressista in Spagna considerando che l’alternativa a questo governo non favorirebbe i partiti nazionalisti, né di Euskadi, né della Catalogna, salvo che si stia puntando al “tanto peggio tanto meglio”. Penso che bloccare un governo progressista e indurre Sánchez a esplorare altre soluzioni o il ritorno a nuove elezioni si spieghi solo se c’è la volontà di allargare il conflitto politico che si vive in Catalogna e spero che Esquerra Republicana non acceda a questa strategia politica che mi sembrerebbe un’assurdità. Penso che quello che deve fare il candidato alla presidenza, se finalmente mette assieme la maggioranza con questi partiti, è assumere una serie di impegni per cambiare la situazione in Catalogna attraverso il dialogo e il negoziato; ciò richiede anche che i partiti in Catalogna aprano a loro volta uno spazio di negoziato, per vedere se nella legislatura si possono cambiare un po’ le dinamiche politiche degli ultimi tempi. Non credo che il governo sia in grado di arrivare ad accordi particolarmente ambiziosi in un primo momento. Ma Esquerra, e perfino Junts per Catalunya, il Pnv e Bildu devono decidere se è meglio avere un governo progressista o rischiare uno scenario politico tremendamente incerto. Io non voglio neppure immaginare una ripetizione elettorale, ma è certo che questa genererebbe prima o poi una maggioranza di destra, perché la gente si stufa.

Rassegna Amnesty International ha chiesto l’immediata liberazione dei leader sociali dell’indipendentismo Jordi Sánchez e Jordi Cuixart, perché stavano esercitando il diritto di manifestazione. Che idea si è fatto?

Sordo La sentenza è dura. Effettivamente nel caso dei Jordis, che non erano politici ma leader sociali, ci sono molti dubbi sul fatto che, per la convocazione di una manifestazione, gli si possa imputare un reato di sedizione. Questo tipo di condanna non mi sembra ragionevole. La sentenza avrebbe potuto essere invece l’occasione per ridurre il conflitto attraverso il dialogo e il negoziato politico. Trovo convincente quello che dice Amnesty International sui Jordis, anche perché noi abbiamo sempre pensato che ci sia un utilizzo eccessivo della prigione preventiva in Spagna.

Rassegna Condivide che la condanna per sedizione può colpire diritti fondamentali come quello di espressione?

Sordo Ci può essere il rischio che si trasferiscano responsabilità dal basso verso l’alto nel caso di movimenti sociali e sindacali. In altre parole, quando si convoca una mobilitazione che può generare qualche tipo di incidente, anche chi l'ha convocata può essere considerato responsabile. Stiamo parlando di diritti fondamentali, come il diritto di manifestazione o di sciopero. Se un sindacato convoca uno sciopero generale, non può essere considerato responsabile dell’iniziativa di un qualunque gruppo all’interno della mobilitazione. I tribunali dovrebbero essere molto più garantisti nel proteggere i diritti di manifestazione e di sciopero. È molto rischioso far risalire queste responsabilità ai leader sindacali e sociali.

Rassegna Qual è lo stato di salute dell’economia spagnola?

Sordo Ovviamente risente dell’andamento di quella europea e mondiale. Più che cause strettamente economiche, quello che mi sembra esserci è una gran quantità di incertezze di carattere geo-politico, come la guerra commerciale e la Brexit che rallentano il commercio mondiale. Questo ha effetti in Europa, più sulle economie maggiormente esportatrici come la tedesca e meno sulle economie come quella spagnola. In tutto ciò il nostro Paese si sta comportando meglio di altri perché, sebbene la prospettiva di crescita sia minore rispetto a qualche trimestre fa, continuiamo a crescere al di sopra della media europea.

Rassegna È cambiato il modello di crescita?

Sordo La situazione attuale ha ben poco a che vedere con quella del 2008; quella era un’economia molto indebitata, banche, imprese e famiglie avevano un livello d’indebitamento enorme, mentre adesso la situazione è molto più equilibrata. L’economia spagnola continua ad avere limiti importanti, certo, ma adesso si comporta meglio di altre grazie all’evoluzione della domanda interna e dei salari, al mantenimento del potere d'acquisto delle pensioni e alla creazione di lavoro, anche se di bassa qualità. Dall’ultimo trimestre dell’anno scorso si sta recuperando massa salariale, attraverso i contratti stiamo recuperando il potere d'acquisto perduto nella crisi e questo, assieme alla crescita del salario minimo interprofessionale, è ciò che sta permettendo alla nostra economia di comportarsi meglio di quelle che ha intorno.

Rassegna Cosa chiedereste a un possibile governo progressista?

Sordo Fin dal primo momento, la correzione delle riforme che si fecero dal 2010 al 2015: mi riferisco alla riforma del lavoro, a quella delle pensioni, alla prestazione per disoccupazione e ad altre leggi come la Ley Mordaza e l’art. 315 del codice penale con cui si sono stato imputati 300 sindacalisti in Spagna. Tutto questo si fa con un accordo programmatico col governo con cui avevamo già iniziato a discutere per la correzione o deroga di queste riforme, con un tavolo di dialogo sociale con le imprese per affrontare le sfide del Paese e una modernizzazione dello Statuto dei lavoratori.

Rassegna Ultima domanda: vi state mobilitando sulla sentenza del Tribunal Constitucional che ammette il licenziamento per malattia. Come pensate di risolverlo?

Sordo È una parte contenuta nella riforma del lavoro dal 2012, solo che allora era un po’ nascosta e questa sentenza l’ha fatta emergere, perciò si stanno moltiplicando i licenziamenti. Non solo è crudele, è immorale licenziare persone che hanno indennità di malattia giustificate da un medico. Cercheremo anche l'intervento dell’Unione Europea per avere sistemi di tutela e di garanzia, perché ci sembra una norma incostituzionale. E per evitare che si torni in futuro a utilizzare questo tipo di arma non rinunceremo a impegnarci affinché, nell’ambito della giurisdizione europea, il diritto alla salute non possa considerarsi subalterno alla produttività o ai benefici dell’impresa, come invece sostiene la sentenza del Tribunal Constitucional.