"Il testo della Legge di stabilità 2016 che è stato presentato al Parlamento interviene in modo pesante, per il secondo anno consecutivo, sul fondo patronati, proponendo un taglio di 28 milioni. Tale intervento si aggiunge al taglio di 35 milioni, stabilito lo scorso anno, risultato di una riduzione dell’enorme cifra inizialmente ipotizzata, ottenuto grazie alla straordinaria mobilitazione nostra, dei cittadini e alla sensibilità manifestata da tanti parlamentari. Inoltre, viene nuovamente prevista una diminuzione strutturale del fondo, con un ulteriore intervento sull’aliquota di alimentazione dello stesso". Così, in una lettera inviata oggi ai parlamentari eletti nel Lazio, i segretari regionali di Cgil, Cisl e Uil di Roma e del Lazio, Claudio Di Berardino, Andrea Cuccello e Alberto Civica, le presidenti delle Acli di Roma e del Lazio, Lidia Borzì e Alessandra Bonifazi, e i coordinatori dei patronati Acli, Inas Cisl, Inca Cgil e Ital Uil, Ernesto Amato, Natalino Zaccheo,Tonino Pietrantoni e Maurizio Soru, per invitarli a esercitare la "pressione necessaria a ottenere delle sostanziali modifiche a una legge che finirà, se confermata nei contenuti, con il ritorcersi contro i cittadini e il loro diritto alla tutela previdenziale e socio assistenziale".
"In sostanza – continuano sindacati e patronati –, solo nel prossimo triennio, il finanziamento, rispetto a quanto si attendeva fino allo scorso anno, verrà tagliato di ben 284 milioni per il solo periodo 2015-2018. La situazione risulta ancora più grave, se si considera il ritardo cronico che affligge i pagamenti e la riduzione degli acconti. Infine, il 'sistema patronato' è messo a rischio dal ritardo con cui il ministero del Lavoro conclude le attività ispettive: ad oggi, non si è ancora chiusa la verifica dell’attività per il 2012, e non si hanno garanzie, in ordine al tempestivo pagamento delle integrazioni ai 'rimborsi', dovute per il 2013 e 2014, senza i quali i patronati non avranno liquidità sufficiente per garantire, non solo il corretto pagamento delle retribuzioni e della relativa contribuzione, ma anche la funzionalità degli uffici già dal prossimo gennaio".
L’ulteriore riduzione delle risorse c'impedisce, non solo d'investire nelle nuove attività, ma anche di mantenere quelle correnti e istituzionali, legate alla tutela che siamo tenuti a garantire per legge. Lo stesso servizio tecnico di Camera e Senato sottolinea come nella discussione parlamentare della norma in esame 'andrebbe comunque attentamente ponderata l'effettiva praticabilità di ulteriori riduzioni degli stanziamenti per i patronati', alla luce dei ripetuti interventi già operati in precedenza sul medesimo stanziamento', nel dossier della Legge di stabilità", concludono le varie sigle.